A Belgrado il 5° sigillo di Djokovic
di Giorgio Spalluto - www.tennisitaliano.it
Ventisette vittorie a zero. Il tassametro corre per Novak Djokovic che non perde un match dal 27 novembre dello scorso anno, da quando, cioè, Roger Federer lo eliminò dal Masters in semifinale. La scelta di saltare Montecarlo ha garantito al serbo di prolungare questa striscia impressionante che, ben difficilmente, si sarebbe potuta interrompere in quell’Atp di Belgrado di cui la sua famiglia è proprietaria e che nell’ultimo atto gli ha proposto un avversario non certo insormontabile sul rosso, come Feliciano Lopez, sconfitto con il punteggio di 7-6(4) 6-2. E’ il quinto alloro del 2011 per Nole, dopo le cavalcate trionfali di Australian Open, Dubai, Indian Wells e Miami.
Il match, come si deduce dallo score, è stato meno a senso unico di quanto non si potesse immaginare alla vigilia per colpa di un Djokovic molto nervoso. Nel quinto gioco, il tennista di Toledo approfitta della scarsa vena al servizio del suo avversario, per procurarsi due palle break. Le sue velleità di allungo s’infrangono, però, in rete. Poco dopo è lui a dover fronteggiare e annullare altrettanti breakpoint al numero 2 del mondo.
Il livello del match lascia alquanto a desiderare. Nole continua a non essere incisivo con la battuta (due ace e quattro doppi falli a fine primo set) e, sul 4-4, concede allo spagnolo altre tre palle break. Lopez non ne approfitta, graziando il suo avversario in più di un’occasione. La storia si ripete due game più tardi. Feliciano non chiude uno smash sul breakpoint che lo porterebbe a servire per il set e Djokovic lo punisce con il passante.
Sei palle break non sfruttate sono troppe per non lasciare degli strascichi nella psiche dello spagnoloche cede nettamente nel tiebreak (7-4), spalancando le porte del successo al serbo.
Dopo una breve pausa per la pioggia sull’1-1, Djokovic riesce finalmente a strappare il servizio a Lopez, assestando lo strappo che si rivelerà decisivo. Lo spagnolo ci mette molto del suo contro un avversario che sembra lontano parente di quello ammirato fino a Miami. Sulla settima palla break del match non concretizzata nel sesto gioco, svaniscono le velleità di rimonta di Feliciano che cede di schianto il secondo parziale per 6-2.
Non è stata, come detto, una prova entusiasmante quella del serbo che, forse in finale, ha pagato l’assenza di test probanti nel corso della settimana. Prima dell’ultimo atto, infatti, Djokovic aveva dovuto vedersela con due giocatori da challenger come Ungur e Kavcic, senza potersi misurare in semifinale con il connazionale Janko Tipsarevic, costretto a dare forfait.
Non si può quindi trarre alcuna indicazione da un torneo in cui il divario tra Nole e i tre avversari affrontati si è rivelato davvero troppo ampio. Sarà Madrid a misurare le reali ambizioni di primato del giocatore serbo. Se riuscisse a imporsi anche sulla terra della Caja Magica, le gerarchie in vetta alla classifica potrebbero davvero essere rivoluzionate, al di là del ranking vero e proprio che continuerebbe a premiare Nadal. Un’eventuale vittoria dello slavo cambierebbe anche a livello psicologico le forze in campo, rendendo finanche riduttiva la definizione di “dominatore d’inizio anno” per Novak Djokovic.