Il torneo di Gardone val Trompia

Inserito il 2 agosto 2007 07:07 da Redazione in Il punto

Un doveroso pezzo dedicato a questo torneo che si svolge annualmente in un circolo nelle valli bresciane. A parlare è il direttore del torneo, che ci illustra come questa manifestazione sia divenuta, col tempo, un must irrinunciabile. Nel frattempo il torneo principale ha raggiunto i quarti di finale.

 

LA MANIFESTAZIONE 

 Organizzare un torneo di tennis è un sogno che tanto appassionati vorrebbero realizzare. Perseguirlo, tale sogno, è però cosa che effettivamente pochi hanno provato a fare. Tante sono le incognite che si incontrano, ma davanti ad una passione sì forte, cosa sono gli imprevisti?
"Sono ormai passati diciassette anni dalla prima volta"
a parlare è Ferruccio Valle, direttore del torneo, oltre che presidente del circolo; forse ogni etichetta è però limitativa per una persona che vive 24 ore su 24 al circolo di Gardone val Trompia. Lo trovi ovunque, prima a sistemare un campo in una pausa tra due match, poi a rassicurare qualsiasi giocatrice per ogni problema. Un vero e proprio punto di riferimento da sempre. Un'istituzione. Chi meglio di lui può introdurci nel clima del torneo?
Sfogliando l'albo d'oro, che ha avuto diverse tipologie di manifestazione, si nota l'evoluzione avuta dal torneo in questo. Il primo vincitore, quando il "Trofeo Città Gardone Val Trompia" era riservato ai giocatori nazionali di categoria B, è stato un nome noto nel panorama televisivo italiano, ovvero Jacopo Lo Monaco, apprezzato commentatore di Eurosport, dopodichè questo torneo ha cambiato formato in più occasioni: dal 1993 è diventato tappa di un circuito satellite ITF, per ben sei stagioni, fintanto che nel 1999, a causa di un disguido con la federazione, il torneo non è più stato organizzato; allora si è passati agli Open Femminili, fino al 2002, quando il torneo di Gardone val Trompia, sfruttando un buco nel calendario ITF,  è entrato nel novero dei tornei Itf Femminili, salvo una pausa nel 2004, quando la Federazione impedì a diversi tornei che si svolgevano in concomitanza con le Olimpiadi di avere luogo. E si tornò ad organizzare un torneo Open in rosa, pur di salvaguardare la data, oramai "storica".
"Organizzare un torneo da 10.000$ non è una spesa improponibile" prosegue il signor Valle "certo, ci sono le spese di default da riservare all'ITF, come la percentuale sui montepremi o gli arbitri da retribuire, ma non sono spese esagerate. Noi abbiamo adottato una politica particolare che  ci permette di andare avanti e di non fare la fine di tanti altri tornei: preferiamo avere tanti piccoli sponsor - chiamiamoli amici - che ci danno un piccolo aiuto, piuttosto che affidarci direttamente ad un unica società, che, dovesse domani venire meno, ci impedirebbe di riproporre questo torneo - come accaduto al torneo di Salò, contemporanemente al quale muovemmo i primi passi in questo mondo - che ormai è un avvenimento per tutta la cittadina di Gardone. Sempre per mantenere vivo il rapporto con la popolazione, abbiamo deciso di conservare questa data e l'affluenza, sin dalle partite di qualificazioni, è molto alta"
Il pubblico infatti accorre numeroso col passare delle ore in questo Circolo Tennis molto raccolto, che si trova proprio sotto una montagna che maestosa si erge; locazione che subitaneamente si definirebbe peculiare e che è succeduta a quella che si trova qualche chilometro più a sud, a Ponte Zanano. Poi la decisione di trasferire il tuttolì, dove ora si trovano, in questo piccolo spazio. Inizialmente sembrava improponibile riuscire a ricavare un circolo in mezzo alle tante abitazioni
"Anche io ero perplesso, sebbene al tempo non avessi il ruolo di presidente e per questo motivo non avessi voce in capitolo. Tuttavia mi sembrava difficile che un circolo potesse sorgere in questo luogo. Ed invece così è stato deciso, trovando anche un tacito accordo:  sui campi all'aperto, dopo le ore 10, non svolgiamo attività. Meglio preservare un buon rapporto col vicinato". In effetti, diverse abitazioni si affacciano poco distanti sui due campi scoperti.
Passando più strettamente alla logica del torneo, Ferruccio Valle scruta l'albo d'oro con quell'espressione di chi ricorda ogni torneo come se si fosse appena concluso:
"L'annata 2005 è stata indubbiamente la migliore per qualità. Vinse l'italo-lussemburghese Mandy Minella, ma di quel torneo ho un ricordo molto vivo di Sandra Zahlavova, la finalista, che era venuta fino a qua in camper col padre. Si allenava molto e tra una pausa e l'altra trovava il tempo per studiare. Sarà molto difficile emulare l'edizione di due anni fa, per il tasso tecnico messo in campo". Lo scorso anno a trionfare fu Lisa Sabino, l'unica top-400 presente al torneo quest'anno, con la voglia di ripetersi.
Ovviamente i ricordi non si fermano qua: "La Canepa (vincitrice nel 2003, ndr) giocava molto bene, mi fece una grossa impressione invece ominika Nociarova, che qui vinse la prima edizione dell'Itf Internazionale del 2002 e che incantava per un gioco tutt'altro che potente, ma di una precisione e di una meticolosità assoluta" Si parla di passato, mentre per quanto riguarda il futuro, qui nella provincia di Brescia, si spera che risponda ad un nome preciso: Giulia Remondina. Quando facciamo il nome della ragazza locale, che oggi si allena al Team Vavassori di Palazzolo, al signor Valle si illuminano gli occhi. E ne parla con un tale trasporto emotivo che stareste ad ascoltarlo per ore, quando l'argomento è la sua pupilla. "Giulia me la ricordo da piccolina, quando ero stato chiamato a creare la squadra con cui la provincia di Brescia avrebbe dovuto sfidare le altre province lombarde. Giulia all'epoca non si allenava con alcuno, però subito mi impressionò la sua voglia ed il suo amore per il tennis". Per non parlare di quella vacanza negli Stati Uniti d'America, a Cleveland, in seguito ai risultati ottenuti nei giochi della gioventù "Un'esperienza indimenticabile, andai con Giulia ed un altro ragazzo. L'unico problema fu quello alimentare visto che la ragazza non gradiva il cibo che gli statunitensi le offrivano". Di lei tutti hanno la stessa impressione: ragazza solare, simpatica, dolce, insomma, tutte qualità positive. "Non posso che confermare. Ma quello che mi ha sempre colpito è stata la sua totale dedizione a questo sport.  Anche durante il periodo adolescenziale, quando molte sue coetanee trovavano altri interessi, lei invece non mollava la presa un attimo. E questa sua continua abnegazione non poteva che permetterle di migliorarsi in modo continuativo: tutt'oggi, per lei, non esistono giornate di pausa. Tutta la giornata è pervasa di tennis".
Rinfrancati da questa piacevole discussione col direttore del torneo, ci viene presentato il supervisor, la signora Vesselina Doneva, dalla Bulgaria, alla prima esperienza qui a Gardone. "Sono rimasta colpita dall'efficienza con cui il tutto viene organizzato. E' un caso rarissimo trovare dei 10.000$ in cui già  all'inizio ci siano microfoni per gli arbitri ed ombrelloni per ciascun panchina sui campi. L'atmosfera è molto tranquilla, tutto viene fatto a regola e per me è stata una vera sorpresa venire a questo torneo". Abituata a dividersi tra tornei ITF maschili e femminili, evidenzia questa differenza "nei tornei femminili è più facile vedere che le ragazze facciano gruppo, mentre i maschi sono più abituati a stare più isolati" spera ma non crede di poter coronare il sogno di lavorare nei grandi avvenimenti "in Bulgaria mancano i grossi tornei, senza di quelli è praticamente impossibile fare carriera da questo punto di vista. Ma non è una mia priorità". Nel frattempo Benedetta Davato e Federica Di Sarra superavano Giorgia Sampietro e Gabriella Polito nel primo turno di doppio, e la signora Doneva veniva chiamata per dipanare una situazione problematica andatasi a creare.
Le tribunette andavano via via riempiendosi: il match serale avrebbe proprio visto impegnata la Remondina e, dopo gli ultimi exploit, la curiosità di vederla si manifestava in molti, soprattutto in chi l'aveva visionata negli anni scorsi. Ma il nostro tempo stava volgendo al termine, un ultimo saluto al gentilissimo direttore del torneo, che nel frattempo si stava impegnando a sistemare la rete del campo. Tanto per cambiare. E che poi  nessuno si chieda quale è il segreto per tenere vivo un torneo come quello di Gardone

 IL TORNEO 

 A Gardone, dopo che lo scorso anno ad imporsi fu una tennista italiana, quest'anno si è ancora più accentuato il dominio azzurro, Delle otto qualfiicate ai quarti di finale, ben sette sono infatti tenniste italiane, con la sola Rybarikova che può spezzare il sogno che una nostra connazionale succeda a Lisa Sabino nell'albo d'oro.
Le probabilità che sia la stessa Sabino a bissare il successo dello scorso anno sono perlaltro immutate: la giocatrice di origine svizzera si è sbarazzata ieri di Annalisa Bona e darà vita al quarto di finale più sentito della giornata contro Anna-Giulia Remondina, ottava testa di serie ed enfant du pays. Nella parte alta, un altro derby azzurro vedrà invece opposte Benedetta Davato, che sul filo di lana ha ieri eliminato la quarta favorita del torneo Stephanie Vongsouthi, e Federica Di Sarra, impegnate in coppia nelle semifinali di doppio. Nella parte bassa del tabellone, il percorso "anti-italiano" di Magdalena Rybarikova comincerà oggi contro l'altoatesina Evelyn Mayr, mentre quello tra Alexia Virgili e Verdiana Verardi è il match che chiude la panoramica. 


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