La vittoria di un uomo
Inserito il 29 gennaio 2006 14:34 da Redazione in ATP e dintorni
Ho sempre pensato che Roger Federer fosse un campione di razza assoluta. Ho sempre ritenuto che uno sportivo, per essere campione nello sport, deve vincere in modo pulito all'interno dei suoi ambiti, nella circostanza su un campo da tennis. Fin qui, poco da dire. Le statistiche, i numeri, i fatti, a parer mio, contano più di qualsiasi altra cosa e/o parola. Roger Federer ha vinto quest'oggi il settimo torneo dello Slam della sua carriera, settimo in altrettante finali giocate, mai nessuno come lui.
Se mi è sempre parso evidente il suo talento indiscutibile entro il rettangolo di gioco, e dunque ho sempre provato ammirazione per questo, di contro ho creduto che un vincente del suo calibro, capace di vincere sempre, comunque e dovunque, non facesse in qualche modo bene a questo magico sport. I giornalisti, certo, spendono fiumi di inchiostro nell'affermare come Federer sia il campione, il no. 1 che più di ogni altro nella storia del tennis si presta al bene dei media, e questo è sicuramente un fattore molto positivo.Personalmente, ho sempre simpatizzato, talvolta anche un pò enfatizzando il tutto con toni accesi e coloriti, le prestazioni di due grandi giocatori come Marat Safin ed Andy Roddick. Come ho già spiegato altre volte, cerco sempre di non accontentarmi dell'aspetto puramente tecnico, ma mi piacciono molto anche i tennisti che sanno far parlare di sè fuori dal campo, anche se poi, a conti fatti, questo conta molto relativamente agli occhi dell'opinione pubblica. Ebbene, oggi non è stata certamente la prima volta che ho visto Roger Federer piangere alla conclusione, al solito vincente, di un torneo major.
Ma oggi, a differenza delle altre volte, l'ho sentito dentro, non l'ho visto fuori, non mi ha sfiorato. Il pianto è entrato in me e mi ha contagiato. Il pianto di un uomo, prima che di un campione. Già, perchè se è vero che il mondo dello sport, oggi, ha bisogno di ideali, allora mezz'ora fa ho capito che è lui, Roger, la persona giusta per trasmettere i valori nel tennis. E' difficile comprendere a cosa fossero dovute quelle lacrime, forse bene non lo sa nemmeno lui. Ma è proprio questo che rende il tutto così magico e straordinario. Sulle sue vittorie in campo, hanno scritto di tutto e chissà per quanto ancora scriveranno. Possiamo discutere sulla sua condizione fisica, sulle sue doti tecniche, sulla bellezza della sua compagna, sul dominio universale che sta portando nel mondo del tennis. Su tutto possiamo discutere, ma non su una cosa: Roger è un uomo straordinario, e oggi l'ho capito. Mi vien da dire: meglio tardi che mai.
Grazie, Rogi...