Williams sorridono a metà
di Gabriele Riva - www.tennisitaliano.it
Era una partita già finita. A metà del secondo set Viktoria Azarenka era in pieno controllo, per non dire in totale dominio del suo quarto di finale. Serena Williams sotto un set e 4-0. Pallate terrificanti della bielorussa, che ne ha messe su tutte le righe possibili. Serena sembrava già fuori dagli Australian Open 2010: il posto in semifinale era ormai assegnato a SuperAzarenka. Peccato (per Vika) che la minore delle sorelle Williams abbia il cuore della campionessa. Quando molti avrebbero sciolto, lei ha lottato come una belva ferita.
Ferita dal fatto che è entrata in campo certa di vincere e si è trovata davanti un?avversaria ai limiti dell?ingiocabilità. Il primo miracolo della sua giornata Serena lo compie ad arrivare fino al quattro nel primo parziale. Già sul 5-2 Vika Azarenka ha avuto tre set point (di cui due consecutivi), annullati dalla minore ma più titolata delle sorelle Williams. Sul 5-4 altre tre palle set, questa volta sul proprio servizio, e la Azarenka si porta avanti un set con una risposta buttata da Serena. 6-4 in 58 minuti. Ciò che ha più impressionato è stata la grande efficacia nella risposta della bielorussa. Vika sembrava sapere in anticipo le traiettorie del servizio di Serena, si spostava benissimo coi piedi e piazzava la risposta se non vincente risolutiva. I numeri aiutano a capire: tre break su cinque turni subiti dalla giocatrice più devastante al servizio della storia del tennis femminile. E nei due casi in cui è riuscita a non subire il break, Serena è dovuta risalire dal 15-40. Tutto merito di Vika, ma colpa anche un po? delle percentuali: la Williams ha messo in campo il 51% di prime palle nel set d'apertura.
Il secondo parziale si apre con un ace di Serena, che però, come in quello precedente, si trova subito 15-40 e piglia immediatamente il break. In un battito di ciglia si vola sul 3-0, con un parziale di 12 punti a zero. Da qui in poi esce il cuore della campionessa. La rimonta si intravede in lontananza quando, con un solo punto lasciato su nove, Serena dimezza le distanze: 4-2. La differenza di esperienza si fa sentire, l?abitudine a giocare queste partite anche di più. Lo dimostra il doppio fallo di Viktoria sulla palla break che vale il quattro pari. Praticamente la palla su cui la Williams ha costruito la sua - incredibile - vittoria. ?Sul 4-0 sotto non credevo di poter vincere. Mi sono detta: ?se perdo anche in doppio, posso prendere l?aereo venerdì?. Lo ammetto: non è molto un pensiero da campionessa?. Che lo dica non significa che lo abbia fatto per davvero. E infatti... Il livello di fine secondo set è tra i più alti che il tennis in gonnella possa esprimere. Nel tie-break le due si scambiano schiaffoni e botte da orbi. Il quarto punto del gioco decisivo fa paura per intensità e qualità. I due set point che poi avrebbero allungato il match, Serenona se li conquista con ace e risposta risolutrice. Si va al terzo, e il cambio del biglietto in aeroporto non è più un problema della statunitense, ammesso e non concesso che lo sia mai stato...
Il terzo set comincia con una risposta vincente di rovescio di Serena, che mette la palla sulla riga e fa capire che testa e colpi ci sono ancora alla grande dopo quasi due ore di match. A inizio gara la Williams ha corso molto ma dà l?impressione di non risentirne, peggio la Azarenka. Vika ha sprecato molto non solo di gambe ma anche di testa: ha portato avanti un match perfetto, seguendo un game plan stabilito a tavolino molto dispendioso da attuare. Un parziale positivo di 15 punti a 1 porta la ragazza di Compton sul 4-1. Per la seconda volta, ma a parti invertite, non c?è più partita.
Le statistiche (di cui bisogna fidarsi poco perché bisogna vedere chi le tiene, ipse dixit Federer) dicono che su 26 punti fatti complessivamente nel set finale, Serena ne ha conquistati 18 con colpi vincenti. Dei due match point basta il primo per chiudere i conti (dopo oltre due ore e mezza di partita) e andare a vendicare la sorella contro la cinese Na Li.
Ci ha messo due ore e 50 la cinese Na Li a scrivere la storia tennistica del suo paese. Il tempo necessario per recuperare il set di svantaggio contro Venus Williams e vincere 7-5 al terzo. Così, agli Open d?Australia ci saranno ben due rappresentanti della Repubblica Popolare in semifinale (la prima a guadagnarsi il suo spot è stata Jie Zheng, che affronterà la Henin). Mai successo. ?E? qualcosa di molto positivo per il mio Paese - ha detto la ragazza di Wuhan, 28 anni il mese prossimo - questo è il miglior giorno della mia vita?.
Venere aveva già perso da Na Li ai giochi olimpici di Pechino 2008, sempre ?ai sette?, 7-5 7-5. A Melbourne invece si parte al contrario, con Venus che domina nel punteggio e si porta in fretta sul 4-0. In mezz?ora è 6-2. Nel secondo set la sette volte vincitrice di un titolo Slam è anche andata a servire per il match, con lo score sul 5-4. Sembrava fatta. Un solo turno di servizio tra lei e la semifinale contro la sorella. Invece si arriva al tie-break, dove un dominio c?è ma contrariamente a quello che si potrebbe pensare, è della cinese. Sette punti a quattro a chiudere un set che ha visto soli tre punti di differenza conquistati dalle due (46-43).
Il terzo set è breaklandia... Venus tiene il primo game di servizio del parziale, poi sei break consecutivi. Sul 3-4 Na Li compie "l?impresa" e riesce a non farsi strappare la battuta. Poi è lei a fare ancora il break: 5-4 e possibilità di servire per la storia. Ma... indovinate? Giusto: altro break, a zero, e partita allungata al sette. Ancora break, ancora a zero, subito questa volta da Venus. Questa è la volta buona: dopo tre match point la cinese chiude con il diritto. Semifinale, la prima in carriera. Storia. E? stato un match non bello, zeppo di errori, 110 in totale, 53 della Williams.
E dunque Venus? Dopo aver dato una mano a quelli che dicono che ormai può vincere un altro titolo dello Slam solo sull?erbetta di Wimbledon (cinque dei suoi sette sono arrivati a Londra) risponde che ?se nella mia vita avessi dovuto stare a sentire cosa dicono gli altri non avrei mai lasciato il ghetto. In questo sport il cielo è il limite, e io punto a quello?. Sarà, ma per il momento, l'unica a toccare il cielo è Na Li.