Cinquina principesca

Inserito il 19 aprile 2009 23:14 da Vincenzo Ressa in Internazionale
Quinto titolo consecutivo a Montecarlo per Nadal, schiantato Djokovic al terzo set.

nadal
Fanno cinque tornei monegaschi consecutivi, fanno quattordici master mille(raggiunto Federer e a meno tre da Agassi), fanno trentaquattro(si trentaquattro) trofei a ventidue anni. Tanto di cappello.


E' arrivato il rosso ed è facile, troppo facile per Rafael, gli viene naturale. Sa che è il migliore, sa di vincere, sempre.
Oggi(e in generale per tutta la settimana) non si è visto il miglior Nadal, ma neanche lontanamente. E quindi? E quindi niente, ha vinto lo stesso. Ha uno strapotere assoluto, sa che basta correre inseguendo i suoi recuperi e i suoi passanti, sa che non deve inventarsi nulla.

L'avversario di questa finale era il terzo giocatore del mondo Novak Djokovic, per lui si è trattato della settima sconfitta in altrettanti incontri sul rosso con lo spagnolo, ma il serbo va solo applaudito perchè ci ha regalato una partita (non eccellente per carità), ci ha evitato l'one man show.

Nole parte forte dai blocchi, fortissimo: pronti, via, tre a uno per lui; non fa però in tempo a rifiatare per lo sforzo compiuto che subisce un parziale di cinque giochi a zero. Primo set Nadal, seitre.

L'appassionato si aspetta una seconda partita agile per lo spagnolo che dal duemilasei non perde un set nel Principato, e invece no. Nadal inizia ad essere sempre più corto nelle sue traiettorie e il serbo gioca così un set splendido: regge le randellate maiorchine, serve tante prime, stringe cross maligni, non si arrende ai recuperi arrembanti, chiude sicuro a rete, e soprattutto prende righe, tante righe. Seidue Djokovic, si va al terzo.

Nella partita finale sono decisivi i primi tre giochi, Djokovic(in evidente trance agonistica) si vuole staccare ma Nadal non molla di un centimetro, annulla sei pericolose palle break e strappa la battuta al serbo: tre a zero. Il match finisce qui, i successivi game volano via lisci per lo spagnolo che vede il suo avversario barcollare tra un punto e l'altro, abbattuto e amareggiato. Punteggio finale: seitre, duesei, seiuno in due ore e quarantatre minuti.

Nadal continuerà il suo tour de force (ma neanche troppa force) a Barcellona: nel suo cammino sconfiggerà in linea teorica Gasquet in ottavi (sempre se ci arriva), Nalbandian nei quarti (vedi Richard), un Davydenko fresco e potenzialmente pericoloso in semifinale e Verdasco in finale (dipende sempre da come balla Nando cit.); lo aspettiamo poi al foro italico, a Madrid e a Parigi per un altra cinquina sotto gli occhi di Bjorn.



Capitolo italiani (si, avete capito bene).
Si finalmente possiamo dire qualcosa, anzi dobbiamo dire qualcosa perchè questa settimana abbiamo rotto la maledizione delle due vittorie consecutive.

Eroi della nostra piccola conquista sono addirittura due: Simone Bolelli e Fabio Fognini, entrambi arrivati al terzo turno.
Il primo ha sconfitto all'esordio Soderling in tre set e nel secondo incontro ha annientato un ottimo Tipsarevic per poi cedere (non senza rimpianti) ai servizi potenti di Ivan Ljubicic.
Il secondo, invece, dopo aver brillantemente superato due turni di qualificazioni, ha sconfitto l'ex topten Berdych in rimonta, ha poi distrutto in un match perfetto(seidue seizero) il croato Cilic cedendo in ottavi al semifinalista Andy Murray attuale numero quattro del mondo (sciupando un vantaggio di cinque a zero nel primo set e di tre a uno nel secondo).


La protagonista assoluta della settimana, però, è Roberta Vinci, splendida trionfatrice a Barcellona.
La nostra è un raggio di sole, un magnifico raggio di sole nelle fioche giornate del bieco medioevo wta, un circuito(perlopiù) di sparapalle insensate e isteriche.

Roberta è una manna dal cielo, oggi la Kirilenko (che sarà bella per carità) ha racimolato quattro game e ci ha capito poco, molto poco: è stata sommersa da cambi di ritmo, di rotazione, da sublimi rovesci in slice, da palle corte mortifere, da volee accarezzate, da ricami tanto magnifici quanto estemporanei...che bello.

Non sarà all'altezza dei muscoli maschi di una Safina, di una Jankovic, di una Dementieva; magari sarà troppo leggera per arrivare tra le prime venti; forse più volte sarà presa pallate dalle mazzate operaie di qualcuna; ma noi ce la teniamo volentieri così, e quando irride avversarie più quotate noi godiamo, tanto.


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