Il Re dei Maestri
da Londra, Daniele Rossi - Tennis Italiano
Chiamatele Federer World Finals. Dopo aver stabilito il record di 6 vittorie nel Masters di fine anno, gli organizzatori potrebbero farci un pensierino. Roger alla fine ce la fa e batte Jo-Wilfried Tsonga per 6-3 6-7(6) 6-3 in 2 ore e 18 minuti di gioco. La partita è stata bella ed appassionante, con tanti ribaltamenti di fronte, anche se Federer aveva già servito per il match sul 5-3 del secondo set e aveva avuto un match point nel tie-break. Per lo svizzero sembrava rimateralizzarsi l'incubo di perdere dopo aver sprecato un punto-partita, ma il fuoriclasse elvetico ha reagito da campione, ribaltando l'inerzia nel terzo set e combattendo fino all'ultimo contro un Tsonga mai domo.
Ma ripartiamo dall'inizio: nei primi game Roger soffre molto sul suo servizio, mentre Jo ha vita facile, anche se non riesce a guadagnarsi nessuna palla break. Ed è proprio il francese a perdere il servizio a 0 sul 4-3, complici un paio di sciocchezze a rete che Roger punisce subito. Federer va sul 5-3 e ha bisogno di tre set point, prima di chiudere il parziale con un attacco vincente di diritto. Primo set equilibrato e deciso solo da un piccolo passaggio a vuoto del transalpino.
Nel secondo Tsonga sembra accusare il colpo e infatti con concede subito due palle break, cancellate da altrettanti ace. Ma lo strappo arriva comunque sul 2-2, quando Federer sfrutta l'unica palla break con una risposta vincente di diritto. Sul 4-2 Federer non riesce a sfruttare un altro break point e va a servire per il match sul 5-4. In men che non si dica si trova sotto 0-40, Roger riesce ad accorciare di due 15 ma deve capitolare quando Jo con un risposta aggressiva chiusa a rete effettua il break che prolunga la partita. Roger avrebbe l'ennesima occasione di break sul 5-5, ma il transalpino se la cava con una bella accelerazione di diritto. Il set si decide al tie-break: Federer riesce a portarsi addirittura sul 5-2, si fa rimontare fino al 5-5, ma si guadagna il primo match point nel punto successivo. Tsonga è costretto a giocarlo su una seconda, ma con l'ennesima bastonata di diritto riesce a salvarsi, 6-6. Il sosia di Cassius Clay poi completa l'opera con un servizio vincente e con una risposta che lascia fermo Roger: 8-6 e tutto da rifare.
Chi si aspetta un Federer scoraggiato nel terzo set, viene subito smentito. Il fenomeno rossocrociato reagisce alla grande, tenendo con agio i suoi primi turni di servizio e mettendo in difficoltà Tsonga in quelli di risposta. Il game che decide il match è quello del 4-3: Roger si porta sul 30-40, Jo annulla la prima palla break con un efficace serve and volley, ma lo svizzero se ne guadagna subito un'altra con un dropshot vincente. Tsonga la cancella con una "parata" di rovescio nei pressi della rete, ma con una voleé di diritto lunga concede il terzo break point. E' quello buono: un duro scambio da fondo si risolve con un diritto in corsa in corridoio del francese. Federer va a servire per la seconda volta per il match, ma questa volta non trema. Si porta subito sul 30-0, poi con l'11° ace della partita si guadagna tre championship point. Basta il primo: lo svizzero attacca a rete, Tsonga prova un lob troppo basso, che Federer schiaccia a campo aperto. Game, set, match and Masters.
E' stata una partita davvero una bella partita, la migliore di tutto il torneo, che ha tenuto incollati fino all'ultimo tutti i 17.500 spettatori della O2 Arena. Tsonga ha ancora una volta dimostrato di potersela giocare e di sapere mettere in grave difficoltà Roger, ma ancora una volta (come nella partita di round robin) è incappato in un paio di errori di troppo nel momento decisivo. Non sono mai però errori di paura, anzi, quasi di eccessivo coraggio. Il suo è un gioco offensivo che non ammette mezze misure e per questo anche molto rischioso. In ogni caso vederlo giocare a così alto livello, è sicuramente un divertimento per tutti gli appassionati. Forse non vincerà mai nulla di importante, ma uscirà sempre tra gli applausi.
Chi invece qualcosa di importante l'ha già vinto è Roger Federer, che alla 100° finale della carriera, vince il suo 70° titolo e il 6° Masters, un record (superati Sampras e Lendl a quota 5). Partita quasi pazza di Roger che ha giocato un solido primo set, è stato ad un passo dalla vittoria nel secondo e che si è visto costretto al terzo. Ha però tenuto duro, dimostrando un'indole guerriera e una forza mentale che quest'anno ogni tanto si erano smarriti e ha finito per vincere meritatamente una meravigliosa finale.
Federer conclude dunque il 2011 con una strisca di 17 vittorie consecutive, partita dopo gli Us Open (Coppa Davis, Basilea, Parigi Bercy) e conclusasi a Londra. Ha vinto tutte e tre le partite del girone, annichilendo per 6-3 6-0 il suo storico rivale e ha avuto la meglio su due avversari duri e coriacei come Ferrer e Tsonga. E lo ha fatto, come sempre, con la sua immensa classe, giocando un tennis stupendo che si adatta alla perfezione al veloce indoor, superficie che esalta alla grande le sue qualità. Era il 2003 quando ancora un giovane Federer vinceva il suo primo Masters a Houston, battendo in tre set Andre Agassi. Sono passati 8 anni e sembra passata una vita, ma Roger Federer è ancora lì, a vincere.
Come recitava uno striscione di qualche tifoso italiano alla 02 Arena, semplicemente "Grazie Roger".