Roger conquista anche Parigi
di Andrea Merlo - Tennis Italiano
Il "Campione di Tutto" lascia Parigi con il solito sorriso serafico e con un'altra vittoria da ricordare; l'ennesimo record da appuntare sugli annali da consegnare ai posteri. Se mai un domani l'inezia di non aver vinto Bercy avesse potuto costituire una pallida macchiolina per la fulgida carriera di Roger Federer, lo svizzero l'ha oggi scongiurata dominando Jo Wilfried Tsonga in un'ora e ventisei minuti di gioco. Per Roger si tratta della vittoria numero ottocentodue in carriera, che sancisce il diciottesimo titolo Master 1000 (è l'unico giocatore dell'era Open ad aver vinto tutti i tornei di questa categoria), il sessantanovesimo trofeo della carriera. La finale parigina è coincisa con il sesto confronto diretto stagionale tra Sua Maestà e Tsonga (il nono in assoluto) con Federer in vantaggio 3-2 ma ancora scottato dalla grande rimonta del transalpino subita sull'erba di Wimbledon. Paradossalmente oggi era Federer a dover recitare la parte del debuttante: infatti il francese aveva già trionfato sul rapido di Bercy nel 2008 mentre per Roger si trattava della prima finale in assoluto. Fed-Express parte contratto ma, dopo aver concesso due palle break in apertura , innesta la giusta marcia e spinto da un diritto micidiale e dal pubblico -soprendentemente poco incline al patriottismo di fronte all'estro dello svizzero- conquista subito il break al secondo game. Tsonga infatti, dopo aver messo a segno due ace, spreca tutto a causa dell'eccessiva veemenza dei propri fondamentali. La filosofia del "vince chi tira più forte" contro Federer è deleteria, infatti l'elvetico alterna la sciabola e il fioretto, intrappolando l'avversario in una trama intessuta di rovesci in back rasorete e rapide accelerazioni di diritto. Sotto 0-3 il transalpino concede altre due palle break, ma con coraggio le annulla e si conquista la palla del game. Sembra la svolta ma, prima l'Hawk-Eye, poi due ottime risposte di Federer non gli permettono di rompere il ghiaccio. Roger continua a non concedere nemmeno le briciole e gioca con assoluta disinvoltura, come dimostra il sontuoso serve&volley che lo porta sul 5-0. Dopo aver tenuto il proprio servizio, il transalpino tenta con ogni mezzo di ottenere break in grado di riaprire la frazione, ma dopo essersi portato sul 15-30 è costretto a cede al secondo set point. Vedere Federer muoversi sul campo è come immergersi in un sogno antico, nell'estasi raffinata di una danza remota e leggendaria. Anche il pubblico ne è affascinato e alterna un grande incitamento a un mutismo quasi estatico. Il secondo parziale mostra un match più equilibrato, con Tsonga più concentrato e deciso a limitare i tanti errori non forzati (11) che hanno debilitato il proprio tennis nel primo set. Federer - di contro - subisce un calo quasi fisiologico (era impensabile rimanere ai livelli di inizio match) perdendo incisività con il servizio e trovando meno vincenti da fondo. Roger preferisce evitare il diritto di Tsonga -anche se è proprio con il suo colpo migliore che il transalpino va spesso fuori giri- e cerca l'errore dell'avversario con un back interlocutorio. Lo svizzero rischia qualcosa concedendo una palla break nel terzo game, ma la risposta a tutto braccio del francese è quanto di più tatticamente scellerato potesse inventare. Tsonga ottiene un altro break-point all'ottavo gioco, questa volta il suo tracciante finisce lungo di una manciata di centimetri. Sul 4-4 è Federer ad avere l'occasione di strappare il servizio, ma l'avversario annulla bene al volo. I game successivi seguono la legge del servizio incanalando il set verso l'inevitabile tie-break. Qui Federer parte fortissimo e in un attimo vola 4-0; la gran prima con cui Tsonga blocca l'emorragia di punti per lo svizzero è una mera illusione, infatti Sua Maestà si porta senza problemi sul 6-1. Il transalpino accorcia sul 3-6 ma infine Federer può alzare le braccia al cielo e festeggiare un altro piccolo ritaglio di immortalità che lo consacra nella leggenda di questo sport. Nella "finale da Antologia", come è stata ribattezzata dai media francesi, Roger conquista il terzo titolo della stagione (dopo Doha e Basilea) rilanciando le proprie fondate pretese per la Masters Cup di Londra. Durante la premiazione c'è spazio anche per un po' di ironia con Federer che rivela con il sorriso sulle labbra "una delle bambine questa mattina ha fatto incursione nel nostro letto alle 4. Non il modo migliore per prepararsi alla finale". Non fa drammi Tsonga: "Oggi ho perso contro il migliore".