Bali: Ivanovic regina del Masterino
di Giorgio Spalluto - Tennis Italiano
Cento di questi giorni Ana. Anzi, cento di queste finali, possibilmente tutte a Bali. Ana Ivanovic si conferma la regina del Masterino, conquistando il suo secondo titolo made in Indonesia, nel giorno del suo ventiquattresimo compleanno.
Sull’opportunità di questo Masters dei poveri si è discusso più volte, soprattutto per l’assurda contemporaneità con la finale di Fed Cup che aveva impedito a Flavia Pennetta di prendere parte alla kermesse asiatica, nelle scorse due edizioni.
Il fatto che a vincere questa manifestazione sia una giocatrice che non si era neanche guadagnata sul campo la qualificazione, contribuisce a rinfocolare le argomentazioni di quanti abolirebbero seduta stante quest’ultima propaggine di stagione. La serba, infatti, che con la vittoria dello scorso anno, sembrava essere tornata agli antichi splendori, ha avuto bisogno di una wild card per partecipare alCommonwealth Bank Tournament Of Champions.
E’ curioso notare come gli ultimi tre titoli vinti dalla bella Ana (i due “Masterini” e il torneo di Linz 2010) siano giunti in altrettanti eventi cui la serba non avrebbe neanche dovuto partecipare.
In Austria, infatti, la Ivanovic era stata chiamata all’ultimo momento per porre rimedio alla tardiva rinuncia di Serena Williams, attesa al rientro alle gare dopo le note e famigerate peripezie al piede.
La vittoria di Linz aveva garantito alla Ivanovic la qualificazione “last minute” al Master di Bali, poi vinto in finale su Alisa Kleybanova.
Quest’anno, invece, non solo non è riuscita mai a imporsi in alcun torneo International (condizione necessaria per concorrere alla qualificazione al Masterino), ma non ha neanche disputato una finale.
L’avvenenza della Ivanovic e lo status di campionessa uscente hanno convinto gli organizzatori a concederle un invito che lei ha sfruttato alla perfezione, giocando un torneo pressoché perfetto.
Dopo aver concesso le briciole nei turni precedenti a Roberta Vinci e Nadia Petrova, la numero 2 serba ha concesso appena tre giochi ad Anabel Medina Garrigues, arresasi con un eloquente 6-3 6-0 in un'ora appena di gioco.
La spagnola, agevolata nel suo cammino verso la finale dai problemi fisici di Bartoli e da quelli della Lisicki (entrambe ritiratesi nel terzo set), è riuscita solamente a contenere il passivo nel primo set, quando trovatasi sotto 0-3 0-40, ha saputo quantomeno rimanere in scia alla sua avversaria, restando staccata di un solo break. La Ivanovic non ha concesso la benché minima chance alla Medina nei propri turni di battuta. Zero palle break concesse in tutto il match, appena un punto ceduto in battuta nel secondo set.
In alcuni frangenti è sembrato di rivedere la Ivanovic formato 2008, quella che con il dritto lasciava sul posto le sue avversarie. C’è però da dire che la Medina Garrigues odierna non poteva rappresentare per Ana un ostacolo probante, che quantomeno potesse insinuare qualche tarlo nella fragile psiche della Ivanovic, al suo 11° titolo in carriera.
A corollario di un evento dall’utilità discutibile, si è disputata prima dell’ultimo atto, la finale per il 3° e 4° posto. Ad aggiudicarsela Nadia Petrova, vincitrice per 6-2 5-7 6-0 su Daniela Hantuchova, subentrata all’infortunata Sabine Lisicki. Non un risultato da raccontare un giorno ai nipoti.