Sarà Federer-Nadal, ancora
da Parigi, Andrea Nizzero - Tennis Italiano
Per importanza e prestigio, oltre che per i modi in cui è maturata, questa è già una delle vittorie più belle della carriera dello svizzero, forse mai così sfavorito prima d'oggi in un incontro Slam che non si giocasse contro Nadal. E' un messaggio, l'ennesimo della sua lunghissima carriera, a chi lo riteneva ormai irrimediabilmente distante dal duo di testa che ha monopolizzato questa stagione fin qui.
Quando Fabio Fognini si è ritirato prima dei quarti di finale, negando a Djokovic la sua probabile 42esima vittoria in stagione, c'era nell'aria il presentimento che potesse essere proprio lo svizzero a impedire a Nole di raggiungere John McEnroe. Il leggendario inizio di stagione del 1984 rimane il migliore secondo i freddi numeri: in realtà, il fatto che il serbo abbia tra le 41 vittorie del suo 2011 le sette partite che gli sono servite per vincere gli Australian Open (mentre allora si giocava a dicembre), basta a renderlo di fatto superiore.
Il match:
Il primo set è tanto anomalo quanto spettacolare. Nei primi 7 giochi si contano 4 break, ma i meriti di chi risponde superano di molto le colpe di chi serve. La decisione di Federer è palese fin dalle prime battute e riesce ad ottenere un break già in apertura. Viene però subito recuperato, e sul 2-3 cede per la seconda volta la battuta. Sotto 4-2 pur giocando meglio, le premesse per il rossocrociato non sembrano delle migliori. Ma Roger è addirittura caparbio nella sua reazione, un importante presagio di quello che sarà il tenore di tutta la sua partita. Impatta sul 4 pari, poi finisce sotto 15-40 quando serve per rimanere nel set nel decimo gioco: non trema, e salva i due set point con il dritto e il servizio. La strada verso il tie break non conosce altri ostacoli di rilievo. Coerentemente con tutto il parziale, è anomalo anche il gioco che lo chiude: uno splendido Federer lo controlla fino al 4-2, spinto dai 15.000 del Philippe Chatrier. Ma Nole non sta a guardare, e si riprende il minibreak con una splendida risposta seguita da un dritto vincente. Lo svizzero getta via malamente i successivi due punti, e si trova a servire sotto 4-5. E' qui che arriva il vero imprevisto, quello decisivo: con tre errori in fila, Djokovic di fatto consegna il primo parziale allo svizzero.
Nel secondo set Roger cavalca l'inerzia del match, tutta dalla sua, e l'entusiasmo del pubblico, dominando un set che si chiude 6-3 perché Roger gioca male le 9 palle che ha per ottenere il doppio break di vantaggio. Non si risparmia nemmeno qualche brivido in chiusura, quando concede a Nole una palla per rientrare in un set che avrebbe dovuto chiudersi 15 minuti prima.
Si salva, e lascia partire un urlo di puro sollievo quando vede spegnersi in rete il rovescio di Djokovic che sigilla il parziale. Forse fin troppo consapevole del record di 174 vittorie a zero negli slam, una volta vinti i primi due set, nel terzo set Federer si concede un calo tanto fisiologico quanto pericoloso. Va sotto 3-0, di fatto regalando un break all'avversario, che se lo tiene stretto fino alla fine, non offrendo nemmeno l'ombra di una palla break. La prima metà del quarto set segue la regola del servizio, senza grandi scossoni fino al 4 pari. Quando nel nono gioco Federer si divora la palla del 5-4 con una sciagurata palla corta, messa in rete a campo spalancato, e finisce per perdere il servizio, il Chatrier sembra congelarsi. La consapevolezza che il quinto set si giocherebbe il giorno successivo è per i parigini tanto deludente quanto vedere il beniamino adottivo sciupare quella che sembra una grossissima occasione. Ma il game con cui Federer effettua l'immediato contro break è un piccolo capolavoro, propiziato da un abbagliante rovescio lungolinea e chiuso da un dritto quasi altrettanto straordinario. Quando sul cinque pari riesce a salvare altre due palle break, con una seconda palla a oltre 180km/h e un ace, si capisce che la partita forse può concludersi prima dell'oscurità. Il tie break a cui si arriva poco dopo è elettrico quanto l'aria che si respira dentro tutto l'impianto del Roland Garros: tutto si ferma, tutti cercano un monitor o uno schermo per osservare gli ultimi punti di una partita che potrebbe fare un po' di storia del tennis. Il minibreak decisivo arriva sul 3 pari, quando Nole mette in rete un diritto tutt'altro che impossibile su una risposta alta di Federer.
Federer non farà giocare un'altra risposta al suo avversario, chiudendo con un ace per 7 punti a 5. il Chatrier esplode: Roger fa la storia, di nuovo.
In una partita destinata paradossalmente a passare in secondo piano, per il suo venticinquesimo compleanno Rafael Nadal si era concesso la sesta finale al Roland Garros, battendo Andy Murray per 64 75 64. Non si poteva chiedere molto di più al britannico, costretto a combattere con una caviglia dolorante e con un tendine lesionato, oltre che con il terraiolo più forte di sempre.
Domenica sarà Nadal - Federer. Di nuovo loro.