Brivido Federer

Inserito il 5 maggio 2011 07:36 da Redazione in Internazionale
tennis_011Contro F. Lopez, Roger soffre: salva un match-point, ma vince dopo tre ore e tre tie-break. Bene Nole e Rafa.


di Andrea Nizzerowww.tennisitaliano.it  

Dopo due ore e cinquanta minuti di partita, dopo 115 vincenti, dopo 47 ace, quando una comoda pallina rimbalza alta sopra la rete, il match tra Feliciano Lopez e Roger Federer prende finalmente la svolta finale. Il mancino spagnolo schiaccia la palla che l'avrebbe potuto portare a quattro match point consecutivi in corridoio. Invece che sotto 6-2 nel tie break decisivo, lo svizzero si ritrova 5-3. E rialza la testa.

Il tie break e la partita si concluderanno 8 punti più tardi, quando Federer spedisce all'incrocio delle righe un dritto lungolinea anomalo, costringendo all'errore l'avversario. Sul 5-6 ha annullato un match point con un ace, ma la sensazione netta è che la partita si sia spenta negli occhi di Feliciano che fissano il vuoto dopo aver mancato quel colpo del KO.

Finisce 7-6(13) 6-7(1) 7-6(7) una partita straordinaria per emozioni e a tratti anche per qualità. Che Federer avrebbe incontrato difficoltà contro un Lopez reduce dalla finale di Belgrado si poteva facilmente immaginare. Decisamente imprevedibile invece una partita come questa, con un primo set che si decide solo al tredicesimo set point (!), il nono per Federer.

Lo svizzero ne aveva mancati ben quattro sul suo servizio, avanti 5 giochi a 3, prima di farsi recuperare. Costretto al gioco decisivo, avrebbe dovuto salvarne a sua volta quattro per portarsi avanti di un parziale, chiudendo 15-13 il secondo tie break più lungo dell'anno (preceduto di misura da Tipsarevic-Karlovic 16-14, Delray Beach).

Il tie break del secondo set, a cui si arriva senza brividi né break, è invece letteralmente dominato da Feliciano che lo inizia e di fatto lo chiude con cinque vincenti consecutivi, tra cui un rovescio incrociato di rara bellezza. Finisce 7 punti a 1, e la Caja Magica prende definitivamente fuoco.

Il terzo parziale segue il copione del secondo fino al 3-2, quando in un baleno Lopez finisce sotto 0-40.

Sono le prime palle break che concede dal primo set: le prime due le annulla con autorità, la terza vola via come l'ennesimo dritto di Federer che si spegne oltre la riga di fondo campo. Ne segue subito un'altra, ma un ace caccia via la paura e fa spellare le mani di Manolo Santana e di tutto il pubblico presente nello stadio a lui intitolato, Cristiano Ronaldo compreso.

Roger è bravo a non subire quello che sarebbe stato il più classico dei contraccolpi, e continua a tenere i successivi turni di servizio con agio. Lopez per due volte deve servire per rimanere nel match. Non c'è problema: tie break anche nel terzo set. Con un altro, straordinario rovescio vincente incrociato Feli conquista il primo minibreak, che consolida con un ace e una seconda robusta che Federer non controlla. Dopo un battito di ciglia siamo 5-2, e quando quella pallina rimbalza alta sopra la rete la partita sembra definitivamente conclusa. Il bel mancino di Toledo uscirà dal campo da perdente, ma accompagnato dal canto“Feli-Feli” di un pubblico che non può non essergli grato. Come Roger Federer.

Prima di oggi, l'ultima volta che Juan Martin Del Potro aveva incontrato Marin Cilic era stato agli Australian Open del 2010. Era il terzo incontro di quella che sembrava poter essere una rivalità destinata a caratterizzare quantomeno l'inizio del decennio, tra due ragazzi del settembre dell'88 separati alla nascita da oltre 10.000 chilometri e da soli sei giorni.

Vinse il croato, sulla strada verso la sua prima semifinale Slam, sfiorando finalmente quella grandezza che il suo talento gli permetterebbe tutt'ora di raggiungere. Fu però solo un'illusione: da allora, Marin non ha mai ritrovato la brillantezza mostrata in quella torrida estate australiana, mentre per Juan Martin quella partita fu l'ultima prima del lungo stop (quasi 10 mesi) a cui lo costrinse un polso mal curato e operato in ritardo. A 16 mesi di distanza, si ritrovano a Madrid.

Il croato non ha sfruttato il tempo in più che la sfortuna ha sottratto al suo coetaneo, che invece sta finalmente tornando ad altissimi livelli. Non a caso, la partita di oggi è terminata 6-3 6-0 a favore dell'argentino. Il break in apertura è stato il prologo di un primo set in cui il croato è rimasto solo apparentemente a contatto con il suo avversario, il quale quasi inevitabilmente ha finito per dilagare nel secondo parziale.

Si può dire quindi definitivamente rientrato l'allarme anca che ieri, contro Youzhny, aveva fatto preoccupare i sostenitori di Palito.

L'argentino costituirà, sulla carta, uno dei test più probanti per Rafael Nadal, che oggi ha debuttato senza patemi di sorta. La versione terraiola del torneo madrileno non ha mai entusiasmato Rafa, ma quest'anno il maiorchino non ha sulle gambe le fatiche romane ad impensierirlo, com'era invece accaduto nel 2009 e 2010. Se n'è accorto il malcapitato Baghdatis, triturato nel primo set e agilmente controllato nel secondo (6-1 6-3).

Poche difficoltà anche per Novak Djokovic, che rimette definitivamente in ordine le gerarchie negli scontri diretti con Kevin Anderson, e soprattutto porta a 28-0 il suo straordinario tabellino stagionale. A Nole basterà battere Garcia Lopez per raggiungere il record di Lendl, che nel 1986 perse solo dopo 30 partite. Lo spilungone sudafricano gioca una partita discreta, regalando qualche scambio di qualità, ma finisce inevitabilmente battuto per 6-3 6-4.


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