Caroline conquista Indian Wells
di Giorgio Spalluto - TennisItaliano
La danese, infatti, ha sì battuto la francese con il punteggio di 6-1 2-6 6-3, ma ha palesato qualche tentennamento di troppo dopo un inizio debordante che aveva ricordato l’ultimo precedente tra le due giocatrici, disputatosi a Doha in semifinale, e vinto dalla scandinava con un doppio 6-1. Il risultato del primo parziale ricalca alla perfezione quello del torneo qatariano con la Bartoli che mette a segno complessivamente solo 3 punti nei suoi turni di battuta.
E’ lei comunque a partire meglio nel secondo set, tenendo per la prima volta il servizio dopo aver recuperato da 0-30, chiudendo con quello che è il primo ace dell’incontro. Si carica, Marion, che capisce di dover osare qualcosa di più nello scambio e cercare di venire a rete non appena ne ha l’opportunità. Le volèe davvero poco ortodosse, molto più simili a uno schiaffo in avanzamento che a una vera e propria volèe, ringalluzziscono la giocatrice “corsa”. Aumenta il ritmo da fondocampo, sorprendendo la danese che cede il servizio nel 2° gioco (dopo aver mancato tre chance per l’1-1) e, sotto 0-3, chiede il consueto aiutino “da casa”. Il compito di papà Piotr è quello di tranquillizzare Caroline parsa negli ultimi scambi stranamente in ritardo sui colpi della Bartoli, rispetto al primo set in totale controllo. Adesso al centro del ring c’è Marion che comanda il gioco e non è più costretta a fare il tergicristallo così come nel primo parziale.
Si chiude con il punteggio di 6-2 un set in cui i primi due game hanno rovesciato l’inerzia del match, clamorosamente riaperto dopo il primo parziale a senso unico.
Nel primo gioco del terzo set sembra di rivedere lo stesso film del primo, con la Bartoli che deve fare i miracoli per portare a casa ogni singolo punto. Gli scambi si allungano e la francese comincia lentamente, ma inesorabilmente, a perdere lucidità. La danese si limita a difendersi dalle bordate dell’avversaria, aspettando l’errore della Bartoli che cede in apertura il servizio, dopo aver mancato una palla game. Sembra l’inizio della fine per Marion che, sempre più in debito di ossigeno, cerca di abbreviare gli scambi, finendo inevitabilmente per commettere più errori.
Si ritrova sotto 2-0 0-40 ma, proprio sull’orlo del baratro, riceve un’insperata scialuppa di salvataggio dalla danese, autrice di 4 errori gratuiti di dritto, per l’1-2. Questa volta l’intervento di Mister Wozniacki nel corso del cambio campo si fa più deciso, preoccupato dalle tante occasioni sciupate dalla figlia. La tennista francese non riesce tuttavia a sfruttare le incertezze della sua avversaria e, nel quinto gioco, cede a zero la battuta, commettendo altri due doppi errori (4-1). La Wozniacki restituisce immediatamente uno dei due break, complice un servizio sempre meno incisivo, rimettendo in partita per l’ennesima volta la Bartoli, il cui serbatoio è, però, ormai completamente scarico. La scandinava si limita a lavorare ai fianchi l’avversaria, rimandando al di là della rete tutte le palline, in attesa dell’errore altrui e chiudendo dopo 2 ore e 10 minuti di gioco abbastanza altalenante. La danese ha palesato qualche insicurezza di troppo, che un’avversaria meno stanca e di lignaggio superiore rispetto alla Bartoli, probabilmente non le avrebbe perdonato.
Una prestazione abbastanza contradditoria, quella di Caroline, che sicuramente non contribuirà a fugare i dubbi su un primato in classifica che, dopo questo successo (il secondo stagionale dopo Dubai) comincia a farsi davvero cospicuo. Sono 955 punti i punti di vantaggio sulla Clijsters, uscita malconcia da questo torneo per un problema alla spalla che mette seriamente in dubbio la sua partecipazione al prossimo torneo “mandatory” di Miami, di cui è campionessa in carica. La Bartoli, grazie alla sua prima finale dopo due anni, torna tra le Top 10, lei che dopo l’exploit di Wimbledon 2007 è stata in grado di smentire tutti coloro che la consideravano una meteora destinata a dileguarsi molto velocemente.