Stefano Sammarini, manager di Volandri: "L'accusa chiedeva due anni di squalifica"
Inserito il 17 gennaio 2009 18:30 da Matteo Veneri in Interviste
Poche ore dopo la notizia della squalifica di Volandri, sono arrivate le dichiarazioni del diretto interessato. Adesso vi proponiamo quello che ci ha dichiarato in esclusiva invece il suo manager, Stefano Sammarini.Stefano Sammarini, manager di Filippo Volandri da ormai molti anni, ci ha raccontato la sua versione dei fatti nella vicenda del suo "assistito", ecco qui le sue parole in esclusiva per TennisTeen:
"Il farmaco gli era consentito, lo prende da tutta la vita, ed ha un permesso speciale dall'autorità compentente antidoping (IDTM) a farne uso da quando gioca a livello agonistico cioè da tanti anni. Tra l'altro questo permesso gli è stato rinnovato proprio in dicembre 2008 con l'autorizzazione ad assumere il farmaco in maggiore quantità rispetto a prima per altri due anni quindi se la cosa fosse successa ora non sarebbe mai stato incriminato.
L'unica sua colpa è di avere avuto una crisi fortissima di asma proprio la sera prima del suo match di Indian Wells e siccome stava rischiando la vita ha dovuto assumere un quantitativo superiore a quello che prende tutti i giorni per poter ritornare a respirare normalmente e per questo il quantitativo di ng/ml nel suo sangue era superiore al massimo consentito dalla prescrizione medica oggetto della autorizzazione speciale dell'IDTM; peraltro di soli 100 ng/ml in più quindi in poche parole di un semplice spruzzo di Ventolin in più.
In questi casi il procedimento scatta in automatico e questo mi sembra anche giusto ma qualora si sia appurato come nel caso di Filippo che non si tratta di doping sportivo ma semplicemente di utilizzo a scopo terapeutico per altro autorizzato, non si è capito il motivo per cui per soli 100 ng/ml in più abbiano voluto essere così pesanti visto che l'accusa aveva addirittura chiesto 2 anni di squalifica e la restituzione di tutti i premi dell'anno.
Davanti al tribunale i nostri avvocati hanno smantellato tutto il castello dell'accusa e il giudice pur non sentendosi di dare l'assoluzione piena gli ha dato il minimo della pena che andremo a contestare comunque in appello."
Un ringraziamento a Stefano Sammarini, molto gentile e disponibile nel darci queste informazioni con la versione dei fatti sempre più precisa.