Giacomo Miccini: "Il mio obiettivo è migliorare"
Inserito il 26 giugno 2008 13:54 da Matteo Veneri in Interviste
Giacomo Miccini per qualche giorno si è allenato con Andreas Seppi a Caldaro. Rudolf Meraner ha colto l’occasione di fare qualche domanda a lui e al suo nuovo allenatore, Enrico Slomp per conoscere meglio questo ragazzo sedicenne molto simpatico. Ciao Giacomo, cosa prova un ragazzo di dodici anni che si trasferisce da Recanati in Florida per diventare un tennista professionista?
Ma ancora non sono un professionista. Ma è una gran bella esperienza, sono in Florida da quattro anni. L’inizio è stato abbastanza difficile, non sapendo la lingua. Però appena mi sono ambientato, tutto è passato più facilmente, mi sono trovato molto bene.
Con quali dei giocatori che sono all’accademia hai legato di più?
Ho legato con tanti maestri, mi hanno raccolto molto simpaticamente. Con i ragazzi non ho legato molto, perché molti se ne sono andati dopo un’anno oppure sono arrivati più tardi. Però sto molto con un mio amico che è venuto dall’Italia.
C’è la possibilità di allenarsi con i professionisti?
Ho dei buoni rapporti con Max Mirny, Xavier Malisse, Tommy Haas e Radek Stepanek, che mi chiedono spesso di giocare. E Malisse mi ha chiesto quest’anno, se potevo andare a Miami a fare lo sparring partner per una settimana. Mi ha fatto molto piacere questo.
Sul tuo sito ho letto che il tuo obiettivo è diventare il numero uno del mondo. Che ne pensi?
No, no, il mio obiettivo è quello di migliorare. Non contano i risultati di questi anni. L’unico obiettivo è quello di migliore di gioco e di testa. Poi i risultati si vedranno più tardi.
Poche settimane fa hai preso il primo punto ATP. Cosa significa questo per te?
Finalmente ci sono riuscito. Spero di prenderne di più, spero che questo è solo l’inizio.
Spiegaci un po’ chi è questo Giacomo Miccini. Il tuo nuovo allentare mi ha detto che sei un ragazzo molto educato, ma qualche settimana fa in campo non ti sei comportato molto bene.
Fuori dal campo sono una persona molto tranquilla, educata, amichevole. Però qualche volta in campo perdo un pochino la testa. Fa parte del mio carattere. Devo cercare di migliore sotto questo aspetto. Però fuori dal campo sono una persona diversa.
Quali sono le tue prossime tappe?
Vado in Inghilterra a giocare sull’erba, è la mia prima esperienza su questa superficie. Poi giocherò in Italia, qualche torneo da 10.000 $ oppure qualche challenger, se ricevo una wild card. Poi faccio gli US Open e dopo torno a Miami a prepararmi per la stagione invernale.
Come te la cavi a giocare a tennis ed a frequentare la scuola?
Faccio la scuola ondine. Ogni sera quando sto in America vengono gli insegnati privati per due ore. Ma tutto su internet, quindi anche quando sto fuori per i tornei posso studiare e fare gli esercizi. Quest’anno scolastico l'ho già completato. Il prossimo inizierà ad ottobre, tra due anni prenderò il diploma in America un anno prima che in Italia.
Te la cavi bene?
Si abbastanza, anche se è difficile perché tutto è in inglese.
Mi puoi descrivere un giorno tipo se ti trovi all’accademia di Bolletieri in Florida?
Mi sveglio verso le 6, 6.20; poi facciamo riscaldamento in gruppo con il preparatore atletico dalle 7 alle 7.45. Giochiamo a tennis dalle 8 alle 11. Poi facciamo un ora e mezza di ginnastica. Poi andiamo a pranzo. Poi c’è una altra ora di preparazione atletica e dopo di nuovo allenamento in campo da tennis. Alla sera studio per almeno due ore.
Grazie
Rudolf Meraner