Intervista a Federico Luzzi

Inserito il 7 febbraio 2007 01:24 da Redazione in Interviste
Pubblichiamo stasera la prima di una serie di interviste che abbiamo effettuato durante il challenger di Bergamo: è il turno di Federico Luzzi.

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Siamo in compagnia di uno dei giocatori italiani di maggior talento, Federico Luzzi, che dopo aver battuto in coppia con Max Dell’Acqua, i teutonici Clemens e Popp agli internazionali di Tennis di Bergamo (85,000 €), ci ha concesso questa esclusiva intervista.

D: Federico hai iniziato la stagione 2007 benissimo, qualificandoti a Doha e battendo un top 50 come l’ostico austriaco Jurgen Melzer per poi perdere al 2° turno dal folletto belga Rochus, ed hai poi proseguito sfiorando la qualificazione al main draw degli Australian Open, perdendo a sorpresa all’ultimo turno di qualificazione, da Mackin. Che cosa è accaduto in Australia?


R: Purtroppo ho avuto un problema fisico durante l’incontro con il britannico Mackin, che ha condizionato pesantemente l’andamento del match. Non riuscivo più a forzare il servizio a causa di un dolore alla schiena, e la mia prima usciva a 140 orari ed a questi livelli e su questa superfice è difficile far partita senza un servizio incisivo. Sono molto deluso, perché nei primi due turni di qualificazione avevo fatto bene, ed ero fiducioso, ma sfortunatamente ancora una volta un problema fisico ha condizionato la mia prestazione. Dispiace perché l’Australian Open è un torneo che amo, dove ho sempre fatto bene ed il tabellone non era impossibile, ma non sono riuscito a sfruttare l’ occasione.


D: Molti sostengono che questo possa essere l’anno di Federico Luzzi, cosa ti manca per rientrare nei primi 100 e migliorare il tuo best ranking (n° 92 ATP)?


R: Ieri ho giocato il 1° turno ed ho perso contro l’olandese Thiemo De Bakker, disputando un pessimo match, come non mi capitava da diversi mesi. Se voglio rientrare nel tennis che conta non posso permettermi prestazioni del genere. Avevo anche un buon tabellone, c’erano tutti i presupposti per far bene ed anche se ci sono state delle chiamate dubbie contro di me, avrei dovuto aver la forza di far girare l’incontro, ma non ci sono riuscito.


D: Il tuo avversario Thiemo De Bakker, seguito dall’indimenticato Richard Kraijcek, che impressione ti ha fatto?


R: Thiemo De Bakker è un buon giocatore, forse ancora grezzo, ma ha dei numeri per far bene nel circuito professionistico.


D: A Zagabria hai perso contro Peya sempre all’ultimo turno di qualificazione: l’austriaco ha poi confermato l’ottimo momento di forma issandosi fino alla semifinale. Forse ti manca un risultato del genere per dare una svolta alla tua stagione?


R: Purtroppo con Peya sono stato sfortunato, ho perso 7/6 al terzo, avendo avuto due palle break sul 4/3 dello stesso set. In quell’incontro ho giocato bene, lui si è dimostrato più solido di me ed ha meritato la vittoria, ma contro Thiemo De Bakker, ho giocato il più brutto incontro degli ultimi otto mesi.


D: Tu, a detta dei media, sei sempre stato considerato un giocatore molto tecnico e poco muscolare. Secondo te nel power-tennis attuale, c’è ancora posto per atleti del tuo stampo, oppure il trend futuro sarà quello di creare giocatori sempre più fisici e meno tecnici?


R: Essere giocatori tecnici aiuta molto, certo se il gioco non è sorretto da un minimo di fisicità, è difficile andare lontano. Credo le due cose dovrebbero andare di pari passo, anche se la tendenza attuale è quella di formare super atleti.


D: Il Blue Team, il team Fanucci , i ragazzi di Bonaiti, l’Academy di Pistolesi e i Caperchi boys, quanto queste accademie private possono far bene al tennis?


R: Io ti posso parlare di quello che conosco e, se a diciannove anni fossi stato supportato da un'Academy del genere, ora avrei sicuramente un’altra classifica e non navigherei intorno alla 150esima posizione. Coach Rianna ed i suoi collaboratori stanno facendo un lavoro bellissimo, ed in soli tre anni questo impegno sta già dando risultati. C’è voglia di investire in questo progetto e mi auguro di raccoglierne presto i frutti e di dare soddisfazioni a queste persone che hanno creduto nel progetto ed in me.


D: Mi puoi parlare del famigerato “Progetto Italia”, nato per supportare negli Slam e nei tornei più importanti i giocatori di vertice come te?


R: Io non faccio parte di questo progetto: Progetto Italia non include Federico Luzzi, ma include altri giocatori. Io vado avanti per la mia strada, ormai ho imparato a fare da solo e rispetto anche la scelta di non includermi in questo progetto. Se voglio rientrare nel giro che conta, devo contare solo su me stesso.


D: Capitolo Davis, tu sei uno dei pochi giocatori assieme a Bracciali, che sui tappeti veloci, rispetto ad altri, può dare qualcosa in più. Secondo te, il CT Barazzutti, in un prossimo futuro, può includerti in una rosa di papabili per giocare su superfici veloci, oppure la strada della Davis ti è ormai preclusa?


R: E’ un discorso prematuro. In questo momento con la mia classifica è giusto che vengano considerati altri giocatori, in futuro se raggiungerò risultati soddisfacenti si vedrà.

D: Tocchiamo un argomento scottante, cosa pensi del doping nel tennis e quali sono le tue considerazioni, per quanto concerne la riduzione di squalifica all’argentino Mariano Puerta?


R: Il doping nel tennis è assolutamente da combattere, non è corretto barare in questo modo. Però rimango sconcertato da questa riduzione di squalifica a Puerta. Non è giusto, se vieni beccato la prima volta sono due anni, ma la seconda deve essere per sempre. Le regole devono essere applicate e rispettate.


D: Tutti quelli che ti intervistano ti chiedono sempre di un fatto che ti ha toccato dal vivo e di cui non parli volentieri: io non posso esimermi dal non chiederti dell’ austriaco Koellerer, riguardo all quale ultimamente, dopo il tour sud-americano a livello challenger, era stata inoltrata ai vertici dell’atp un'altra lettera di lamentela di giocatori e tecnici, a causa dei suoi continui comportamenti censurabilissimi.


R: L’austriaco è una persona che ha problemi. Ho paura che un giorno o l'altro possa succedere qualcosa di grave. Un comportamento inaccettabile. E gli arbitri lo dovrebbero sanzionare ogni volta che eccede nei suoi atteggiamenti, ma purtroppo questo non accade.


D: Federico, tu sei uno dei pochi giocatori che non è sponsorizzato a livello tecnico (ndr abbigliamento), perché questa scelta?


R: Sto aspettando un contratto vero. Preferisco piuttosto non avere nessun logo e non essere legato a nessuno.


D: Ad un giovane che vuole intraprendere questa professione, cosa ti senti di dire?

R: Gioca a calcio, che è molto più facile.


Con questa battuta congediamo Federico Luzzi e lo ringraziamo per la sua sincerità e disponibilità. Federico Luzzi, è un giocatore che merita sicuramente una classifica consona alle sue qualità tecniche, e gli vogliamo fare da parte di Tennis Teen i nostri migliori auguri, affinché possa raggiungere i traguardi che merita.


Intervista a cura di Antonello Zani


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