Una partita per due
Inserito il 5 settembre 2005 15:36 da Alessandro Bianchi in Challenger
Alle 4 di notte o del mattino Davide Sanguinetti e Paradorn Srichapan hanno terminato l’incontro di ottavi di finale che li ha visti dalle due parti della rete. Tutti sanno chi ha vinto, c’è anche chi è rimasto in piedi fino a quell’ora improponibile per sentire Jacopo Lo Monaco urlare “adesso il lob” nel primo punto del tie break del quinto set. Tuttavia non è del punteggio finale che voglio scrivere.
Ho visto la partita ed è stata una grande partita, giocata a viso aperto dai due tennisti, sempre alla ricerca di un angolo diverso, tesi in attesa di un nastro amico, speranzosi in una stecca dell’avversario, pronti ad entrare nel campo ed a presentarsi a rete. Stremati a terra in preda ai crampi, muniti di crema per oliare le giunture ed in piedi ai cambi di campo perché mettersi a sedere sarebbe stato un rischio: si sarebbero alzati? Hanno sbagliato palle impossibili, hanno baciato il nastro, lo hanno accarezzato, lo hanno guardato con disgusto, hanno fatto un gran punto ed uno dei due (ormai non importa più neanche chi dei due) allo scoccare della quarta ora di gioco dopo un colpo d’antalogia si è girato verso la moglie, verso la figlia e verso quell’allenatore che è un amico ed ha urlato tutta la sua gioia e tutti i suoi crampi. Mancavano pochi punti. Di lì a poco il match sarebbe finito. La competizione esige un vincitore, ma sul 6-6 del quinto set all’inizio del tie break tutti e due erano vincitori con il chiassoso pubblico newyorkese che tributava ai due atleti una meritata standing ovation. I 14 punti successivi hanno voluto importanza per il passaggio del turno, per i punti ATP e per la soddisfazione di aver vinto un match del genere: le statistiche riporteranno solo il nome del vincitore, ma in verità queste partite non finiscono mai. Agassi e Sampras stanno ancora giocando il quarto di finale del 2001: sono 24-24 nel primo set. Grazie Davide Grazie Paradorn.
Jacopo Mamberti
Jacopo Mamberti