Australian Open U: grazie lo stesso Andreas!
Inserito il 25 gennaio 2015 22:15 da Davide Paganin in ATP Tour
L'azzurro ripete una grande prestazione negli ottavi di finale, ma questa volta la prepotenza di Kyrgios ha avuto la meglio dopo un'asprissima battaglia.Foto Getty Images
Si sa, nel tennis c'è sempre un vincitore ed uno sconfitto, non c'è spazio per onorevoli pareggi che fanno contenti tutti. Oggi era uno di quei casi in cui era veramente difficile stabilire ai punti un vincitore, visto il totale equilibrio in campo, sotto tutti i punti di vista. Una volta tanto non è stato nemmeno il servizio a fare la differenza, visto il bilancio dei due contendenti: 23 aces per Seppi, 25 per Kyrgios, ma con un 4-7 in termini di doppi falli. 74% e 75% i punti ottenuti con la prima di servizio dai due giocatori, addirittura 52% tutti e due con la seconda. Entrambi 34% di punti vinti alla risposta, entrambi 74 errori non forzati. Quei pochi numeri diversi, sono addirittura a favore di Andreas: 71-66 i colpi vincenti, 71%-49% i punti trasformati quando si andava a chiudere a rete. Tre break realizzati per parte.
La fotografia di un pareggio.
Una battaglia che alla fine ha premiato il tennista di casa, supportato dalle migliaia di tifosi accorsi per lui sogli spalti accompagnando con boati ogni 15 conquistato. Un pubblico però rimasto in quasi glaciale silenzio, quando sul 5-5 del primo set Seppi ingranava la quinta e come aveva fatto due giorni prima con Roger Federer prendeva il dominio del campo nei momenti decisivi, realizzando il break a zero e chiudendo i conti alla prima occasione per 7 giochi a 5. Basti pensare che nel primo parziale l'azzurro ha messo a segno ben 8 aces, con una media superiore ad un ace a game, battendo l'avversario sul proprio punto di forza.
Un pubblico che deve essere passato dal timore allo sconforto, quando l'altoatesino si ripeteva sul 4-4 della seconda frazione, questa volta con un gioco meno brillante ma fatto comunque di giocate intelligenti e sorretto da una grande forza mentale, che ha permesso al nostro di non tremare mai fino ad imporsi con lo score di 6-4.
A quel punto era facile gettare la spugna per chiunque, dopo aver incassato due set così pesanti per il modo in cui si sono conclusi.
Non è stato così per Kyrgios, che nonostante l'anagrafe riporti per lui ancora soli 19 anni ha saputo tenere in mano un match come solo dei campioni navigati sanno fare. E' così che nel terzo set l'aussie va subito avanti di un break, e questa volta non lascia più nemmeno l'ombra di una possibilità al proprio avversario: 6-3 in appena 25 minuti di gioco.
Il quarto set forse quello in cui tutto si è deciso, ancor più che nel quinto. Seppi parte avanti con i propri turni di battuta, e nonostante l'evidente calo nella potenza espressa da fondo campo trova sempre il modo di sfornare un vincente dietro l'altro anche quando l'avversario aggredisce mandandolo fuori dal rettangolo di gioco. Quando può attacca e va a chiudere lo scambio sotto rete, confermando una nuova impostazione tattica che permette di guadagnare punti preziosi in momenti in cui il fiato magari inizia a stentare. Ed anche le seconde di servizio, storicamente leggere e facilmente attaccabili, vengono spinte e rese insidiose. E' così che il nostro arriva sul 6-5 ad un passo da uno storico successo, ad un balzo dalla gloria, sicuramente meritata. Kyrgios concede uno spiraglio: sbaglia colpi facili e commette doppi falli, da 40-15 manda il tennista di Caldaro al match point.
Meno uno.
Sarebbe bastata una seconda attaccabile, una prima non al 100% con lo scambio fatto partire, magari un po' di fortuna, chi lo sa, per trasformare il tutto in qualcosa di straordinario, ancora una volta.
Ma Kyrgios non ci sta, oggi ha deciso che non uscirà sconfitto dal campo. Tira una delle prime di servizio migliori della sua giovane carriera, che lascia impotente l'avversario. Poi un'altra. Ace. E un'altra ancora. In un lampo è tiebreak. Dal baratro alla luce. La capacità di convertire lo svantaggio più assoluto in un'inerzia positiva in pochi secondi.
Non è ancora finita però: Seppi recupera un minibreak, poi tiene i propri turni di battuta e rimane avanti fino al 5-4. Poi il grande rammarico della giornata. Parte lo scambio, Andreas entra in campo. A differenza del match con Federer, questa volta non prova a chiudere cercando il colpo della vita sulla riga, ma tiene lo scambio ed attende un passo falso dall'altra parte della rete. Cosa che non si verifica assolutamente: Nick si carica, prende lui i rischi dovuti e ribalta la situazione. 7-5 e tutti catapultati al quinto set.
Ormai il danno è fatto. Kyrgios è euforico. Il pubblico sta esplodendo. Seppi sembra stanco.
E infatti: neanche il tempo di rientrare in campo dopo una breve pausa, Kyrgios ottiene il break e fugge senza lasciar dubbio alcuno sul 3-0. E poi sul 4-1. Pronti i titoli di coda, pronta la resa, forse è già un miracolo se non lo lascia dilagare.
Nulla di tutto questo è passato nella mente di Seppi, che rimane aggrappato al servizio e, forte di una carriera in cui non sono mancate di certo le partite di alto livello, riesce ad incanalare le ultime energie per il sussulto finale. I successivi 10 punti consecutivi vengono tutti presi dal numero 2 d'Italia, che ritorna prepotentemente sul 4-4. Ora sembra passata la sbornia per Kyrgios, non è ancora tempo di festeggiare. E nonostante i 19 anni, la stanchezza comincia a farsi sentire anche per lui. Tornano di punto in bianco gli errori, i doppi falli, l'incertezza. Arriva una tremenda palla break per Seppi, una chance che se sfruttata lo manderebbe a servire per conquistare clamorosamente l'incontro. E vista la giornata al servizio, non sarebbe stata una notizia positiva per l'Australia.
Di nuovo sull'orlo del baratro. Di nuovo ad un passo dal cadere. Di nuovo la palla scotta da morire.
Ma nel momento più caldo, Kyrgios si dimostra di ghiaccio. Ritrova dal nulla il servizio, gli ace. Si prende anche questo game. Sferra un ultimo, probabilmente decisivo destro al suo avversario, che se poco prima sembrava barcollare ora è veramente alle corde. Seppi deve servire per rimanere nel match. Si salva per due volte ancora con un sussulto di orgoglio, poi infine cade di schianto. Nick si stende a terra, sfinito ed incredulo. Ce l'ha fatta: 5-7 4-6 6-3 7-6(5) 8-6.
Sembrava ancora la giornata di Andreas, ma il giovane australiano ha riscritto la trama con un carattere che si addice veramente a pochi.
Il secondo quarto di finale Slam dopo quello di Wimbledon. Il tutto prima di compiere vent'anni. Numeri che si addicono solo ai grandissimi di questo sport, numeri che negli ultimi vent'anni ha vantato il solo Roger Federer, quando risucì nella medesima impresa nel lontano 2001. Onore e merito a lui.
Ma questa giornata non ci lascia solo con un pugno di mosche in mano. Non è stata la solita sconfitta dove il giocatore che realizza l'upset del torneo poi svanisce nel turno successivo.
In un incontro emotivamente difficile come pochi da gestire, Seppi ha saputo comportarsi come compete ad un grande campione. E' riuscito a mostrare che il suo non era un exploit tanto per dare uno scossone al torneo, salvo poi svanire nel nulla. Ha lottato come nei turni precedenti. Ha combattuto con l'intelligenza, i colpi e la voglia di lottare fino in fondo, anche quando la buona sorte sembrava tramutarsi in un incubo. Si è confermato ad un livello molto alto, probabilmente il più alto mai espresso in carriera. Non è andata alla fine, pazienza.
L'Australian Open finisce qui. Ma l'anno è appena cominciato, la stagione è lunga e tutta da conquistare. Esci dal campo a testa alta Andreas. Domani si torna a lavorare, come sempre, per costruire altre settimane come queste. Perchè le occasioni non passano per caso, si costruiscono. E di pagine da scrivere ce ne sono ancora.
Intanto tutti i tifosi non possono che ringraziare per le emozioni trasmesse in questi giorni.
Grazie, Andreas!