Roberto Brogin: Agli italiani manca la forza del sacrificio

Inserito il 16 dicembre 2009 21:55 da Redazione in Angolo del Coach
percheiltennis-1 Abbiamo intervistato uno dei migliori coach italiani che lavorano attualmente in giro per il mondo, Roberto Brogin. L'allenatore azzurro, che lavora in Canada, ci parla in generale dei molti aspetti del tennis attuale dando ampio spazio al tennis italiano.

Intervista realizzata da Antonello Zani.

Direttamente da Montreal, un ospite graditissimo, Roberto Brogin, tecnico italiano di valore.


D: Roberto perché il Canada?
R: Da tre anni lavoro per la Federazione Canadese  (Tennis Canada) con base a Montreal dove esiste il National Tennis Centre. Da un anno circa sto allenando la più promettente giocatrice juniores del Canada Eugenie Bouchard 15 anni Top 40 ITF junior Under 18. Abbiamo alle spalle 5 tornei PRO con una decina di punti classifica WTA.

D: Safin ha disputato a Parigi il suo ultimo torneo da Pro,essendo un suo amico,un suo ritratto e    qualche aneddoto del giocatore russo.
R: Con il ritiro di Marat il tennis ha perso uno dei suoi atleti con più genio estro e sregolatezza. Amato da tanti per il suo gioco (uno dei migliori rovesci di sempre), per il suo carattere espresso in campo (temperamento, numero di racchette rotte? Difficile a dire) ricordo di averlo visto a Melbourne dopo aver perso la finale del 2002 rompere tutte le sue racchette. Amato dal gentil sesso per il suo sex-appeal, famosa la Safinette bench, un vero personaggio.

Ero con lui durante gli Australian Open del 2002, ricordo un match incredibile contro Pete Sampras vinto da Marat 6/2 6/4 6/7 7/6 (10-8). Anche se il ricordo piu bello fu ancora una volta in Australia nel 2005, in quel periodo lavoravo con il duo Israeliano Erlich / Ram. Marat mi invito a sedere nel suo box  per il match contro Federer, la Rod Laver arena era strapiena non c’era il solito ambiente pre-match ma piuttosto sembrava di essere a teatro, era nell’aria il big match. Ritengo quel match la partita del secolo vinta da Marat dopo aver salvato un match point con un lob incredibile. Safin vs. Federer 5/7 6/4 5/7 7/6 (8-6) 9/7. Fuori dal campo persona onesta e generosa.

D: Fed Cup, le Italiane ancora vittoriose, perche le donne sono cosi forti in Italia?
R: In primis congratulazioni alle ragazze e al loro Capitano per questa bella vittoria alla conferma di un gruppo solido e vincente. Perche sono un gruppo vincente? Guardate quello che e successo quest’anno l’Italia gioca in semifinale Fed Cup contro la Russia. Le azzurre si schierano con la migliore formazione mentre le Russe con Kuznetsova e Chakvetadze sicuramente non la migliore squadra. Risultato Italia in finale. In finale ancora una volta le Italiane danno tutte la loro disponibilità a Capitan Barazzutti mentre le Americane arrivano in Italia con una formazione rimaneggiata al punto da dover chiamare una juniores tale Beatrice Capra.

Il mio messaggio e che nel tennis non si vince solamente con dritto e rovescio ma, come in questo caso di competizione a squadre serve l’unione del gruppo. Unione del gruppo che ha fatto la differenza per le azzurre “Campionesse del Mondo”. Nelle tenniste non solo in Italia ma in generale vedo una maggior accuratezza nel risolvere i problemi che possono presentarsi durante l’arco della stagione. Ho visto ragazze anche di una certa età  migliorarsi tecnicamente, cosa molto difficile fra gli uomini,ci sono tenniste che viaggiano da molti anni con lo stesso coach cosa rara fra gli uomini. Le tenniste sono sicuramente più attente ai dettagli che le circondano.

D: Perche da noi a differenza di Spagna e Francia, gli ex Pro non si dedicano ad allenare giovani talenti?
R: In Spagna quasi tutti gli ex-giocatori si dedicano al lavoro in campo sia con juniores o con Pro. Corretja (Murray part time coach) , Roig (Nadal part time coach) , Clavet (Lopez coach) Costa (capitano di Davis) , Arrese (direttore tecnico Fed. Spagnola) e molti altri. In Francia sono tutti collaboratori (tecnici e dirigenti) della FFT (Fed. Francese), Winograsdky (Tsonga coach) Tulasne (Simon coach) Di Pasquale (Direttore tecnico FFT) George Goven (coach ofo Mladenovic # 1 rank ITF girl) Forget (capitano Davis) Escude (capitano Fed Cup).

A mio avviso è una questione di cultura imposta da queste due Federazioni le quali non vogliono perdere il potenziale e valore di questi ex personaggi del Tennis. Da noi in Italia non esiste tutto questo, ho conosciuto molti ex Pro Italiani ma tranne capitan Barazzutti e Renzo Furlan non vedo altri ex Pro collaborare con la FIT. Dal mio punto di vista una persona come Andrea Gaudenzi potrebbe far parte della FIT, non serve spiegare il suo passato da Pro quanto affermato manager di successo ai giorni attuali. Vari coach Italiani affermati con risultati sui due circuiti ATP e WTA  che inseguono strade private dovrebbero far parte della famiglia FIT.

D: Quest’anno probabilmente non avremo nessun top 40 a fine anno, il tennis italiano maschile e in crisi secondo te?
R: Mi dispiace davvero molto non vedere giocatori Italiani fra i primi 40 del mondo ma quello che mi fa’ maggiormente pensare e preoccupare, che ormai da anni non vedo nessun giocatore italiano gareggiare durante la seconda settimana di un grande slam. Essendo in giro per il mondo da parecchi anni mi viene spesso rivolta la famosa domanda “Perche i giocatori Italiani non vanno?” Mi sono concentrato per parecchio tempo nel cercar di individuare e capire gli errori fatti per poi puntare il dito, ma poi mi sono chiesto se ne valeva la pena, anche sé mi sono posto più volte questa domanda: perchè paesi come la Serbia ha Djokovic top 5 ATP, la Tailandia ha visto Srichaphan top 10 ATP, Cipro ha visto Baghdatis top 10 ATP, il Cile ha avuto due top 10 per un bel periodo (Gonzalez / Massu).

Perche in Italia da anni non esiste una di queste meteore che si formano soli o sotto la guida della Federazione? Eliminando il fattore tecnica (Italiani con la tecnica più bella a vedere), eliminando il fattore strutture / denaro (sicuramente l’Italia a meno problemi dei paesi sopra elencati) eliminando questi due fattori rimane solamente aimè la forza mentale al sacrificio che questo sport richiede. Personalmente laddove la FIT dovrebbe concentrarsi di più (investire) per vedere giocatori al vertice non e sui giocatori stessi ma bensì sulla categoria dei maestri coach e preparatori atletici. Bisogna investire su queste tre categorie per aver nei prossimi anni dei giocatori di vertice ne sono più che convinto, mio modesto parere.

D: Bolelli è uno dei nostri maggiori talenti, ha deciso di lasciare Pistolesi per accasarsi con Riccado Piatti, purtroppo i risultati non gli danno ragione, con tanti primi turni e una classifica prossima al n° 100, avendo un talento del genere a disposizione che approccio adotteresti?
R: Onestamente il duo Pistolesi-Bolelli a dispetto di tante critiche ha funzionato e anche bene basta vedere la classifica ATP durante la loro collaborazione. Come in tante relazioni giocatore-coach esistono momenti duri da affrontare e le separazioni a volte sono la miglior cura. Non mi sento di dare suggerimenti ne a Simone tanto meno a Riccardo che come coach ha tanto da insegnarmi visto i suoi risultati nel corso della sua carriera. Conosco Riccardo da anni e nutro un forte rispetto nei suoi confronti la sua serietà e professionalità e eccellente, il rapporto Simone Riccardo e iniziato a stagione in corso per cui pochissime chance di allenarsi e conoscersi meglio. Il loro lavoro pagherà fra qualche tempo quando Simone avrà capito e interiorizzato tutti i consigli di coach Piatti.

D: Cosa pensi del nuovo canale satellitare della FIT?
R: Non sono mai riuscito a vedere questo canale specializzato sul tennis per il semplice motivo che vivo all’estero. Personalmente se fossi il Presidente della FIT avrei investito quel denaro che penso sia stato molto, nella formazione dei maestri / coach / preparatori atletici  in piu avrei fatto un circuito nazionale di tornei giovanili dagli Under 12 /14 durante tutto l’arco dell’anno aiutando economicamente l’atleta e il suo maestro. Il nostro sport necessita di tanti tornei e competizioni a squadre, per esempio qui in Canada moltissimi bambini hanno il loro primo contatto con lo sport giocando a Hockey sul ghiaccio. Fin da giovanissimi (5 anni) si allenano 3 volte a settimana e il sabato hanno il match, nel tennis può succedere di allenarsi per due mesi senza giocare nessun torneo.

D: Non esiste un albo in Italia per i maestri, come mai?
R: Entriamo in un campo molto delicato. Sono Tecnico Nazionale da anni, vengo contattato dalla FIT un paio di volte l’anno, la prima per un invito a dei corsi di aggiornamento mentre la seconda e per pagare la retta annuale da Tecnico. Il paese con i tecnici più preparati e la Francia , i risultati parlano da soli ( 3 top 20 ATP), (5 top 50 WTA) , ( world junior N#1 girls) ,  (3 top 10 junior boys). Il maestro, il coach sono l’anima del nostro sport, se questi professionisti non sono messi nelle giuste condizioni di lavorare dalla Federazione tutto si complica. Nel nostro paese esistono maestri e coach validissimi per la maggior parte di loro il cammino e difficile per ragioni diverse indi per cui bisogna trovare il modo per sopravvivere a discapito della qualità del lavoro.

D: E più difficile allenare un uomo o una donna, pro e contro?
R: E’ sicuramente diverso. Dopo 18 anni di esperienze fra ATP e WTA non mi sento in grado di dire che esiste una categoria più facile da allenare. Molti addetti ai lavori pensano sia più facile allenare gli uomini, conosco degli allenatori con passato ATP rifiutare offerte da giocatrici anche affermate. Penso che allenare gli uomini sia più facile dal punto di vista mentale, si può lavorare su un particolare tecnico senza alcun problema. Per le donne lavorare su un dettaglio tecnico potrebbe essere motivo di  stress, esempio: “perche il mio coach vuole lavorare sul mio dritto? Forse non va bene?” Un piccolo disturbo mentale potrebbe essere la ragione di un allenamento non riuscito oppure di una partita persa. Le donne sicuramente curano i dettagli fuori dal campo e dentro il campo meglio dei colleghi uomini.

D: Secondo te chi sarà il numero uno a fine 2010? Un pronostico.
R: Veramente dura fare un pronostico anche sé penso che Nadal farà un gran 2010 dopo il deludente fine di stagione, se Federer non dovesse ripetersi allora vedo Rafa al vertice. Murray ancora acerbo specialmente quando deve vincere match importanti. Djokovic non riesce ad essere consistente per tutto l’arco della stagione visto che il suo fisico non lo regge e sappiamo che per essere N1 bisogna giocare alla grande per 11 mesi. Per le donne e quasi impossibile fare una previsione sulla regina del 2010 mi aspetto una grande stagione della Jankovic.

Non posso che ringraziarti Roberto per la tua disponibilità e augurarmi di rivederti presto in Italia, ad allenare qualche nostro giovane talento.


                   Antonello Zani - Tennisteen