Oscar Serrano: "Fognini non giochera' a Chennai"
Inserito il 13 dicembre 2008 15:27 da Redazione in Angolo del Coach
Abbiamo raggiunto a Montecarlo Oscar Serrano, coach da un anno e mezzo di Fabio Fognini, una delle maggiori speranze a livello di tennis italiano per raggiungere alti livelli. Oscar ci racconta il suo rapporto con Fabio e tutto il suo staff, senza tralasciare aspetti tecnici e di programmazione.Intervista a cura di Antonello Zani.
Mi trovo in compagnia di Oscar Serrano, nostro graditissimo ospite, nonché coach di uno dei giocatori italiani più seguiti, Fabio Fognini. Siamo riusciti a raggiungerlo a Montecarlo, interrompendo per alcuni minuti la sessione di training di Fabio, per farci rilasciare in esclusiva un’intervista.
D: Innanzitutto Oscar, com’è nata la tua collaborazione con Fabio?
R: Fabio era in cerca di un allenatore, e la scelta è ricaduta su di me. Abbiamo iniziato a lavorare a Barcellona all’accademia Total Tennis, circa diciotto mesi fa e poi ci siamo staccati dall’accademia ed ho iniziato a collaborare con Riccardo Piatti qui a Montecarlo.
D: La stagione appena conclusa è stata per Fabio abbastanza difficile a causa degli infortuni avuti, ma ciò nonostante tutto è riuscito a chiudere nei top 100. Un tuo bilancio della stagione 2008.
R: Per me è stata una buonissima stagione anche in considerazione dell’infortunio accorso dopo Indian Wells. Riuscire a rimanere nei top 100, dopo aver saltato la stagione clou sulla terra, mi fa ben sperare per il futuro. Purtroppo come tutti voi sapete Fabio si è poi di nuovo infortunato, ed è dovuto essere operato. Una stagione difficile ma anche ricca di soddisfazioni, con vittorie al challenger di Torino e Genova, e semi a Umago e Varsavia. Ha esordito in coppa Davis, giocando un match in condizioni difficili, nel complesso una buona stagione.
D: Durante questa preparazione invernale a Montecarlo, su che cosa state maggiormente lavorando?
R: Stiamo lavorando principalmente per recuperare perfettamente il ginocchio appena operato, grazie anche all’ottimo lavoro che Fabio sta svolgendo con il preparatore Salva Sosa. Lui non è ancora al 100% ma questo lo sapevamo, dobbiamo avere pazienza e lavorare tanto. Stiamo cercando di migliorare gli appoggi, e poi di mettere a posto alcune cose per potenziare al massimo il gioco di Fabio.
D: Fognini, Pennetta, Schiavone………. perché la Spagna ultimamente per il tennis italiano è così di moda? R: Noi in Spagna lavoriamo tanto, e aggiungo per non essere frainteso, non è che dalle altre parti non si lavora, però in Spagna il nostro sistema funziona, abbiamo tanti giocatori spagnoli al vertice, i Nadal, Verdasco, F. Lopez, Moya, Ferrer e poi altri buoni giocatori che sono nei 100, i vari Beto Martin, Garcia Lopez, Almagro. E’ naturale che il livello si alzi qualitativamente, e questo serve a far sì che tutti continuino a progredire. Da noi vengono molti, inglesi, russi e ultimamente anche gli italiani e questo è un motivo di orgoglio per noi, significa che stiamo facendo bene.
D: Alcuni addetti ai lavori, si chiedono se la scelta di giocare Chennai e gli Australian Open, in quanto essendo una trasferta molto impegnativa, a fronte della recente operazione a cui il giocatore si è sottoposto,non sia azzardata……..alcuni suggeriscono che forse l’esordio di Fabio alla stagione 2009 dovrebbe avvenire sul circuito sud-americano dove i migliori terraioli si daranno battaglia . La terra è una superficie dove fino ad ora, ha raccolto i migliori risultati. Una tua opinione…
R: Per prima cosa, voglio dare in anteprima agli amici di Tennisteen una notizia che interesserà i tifosi……Fabio non giocherà Chennai……abbiamo deciso dopo una seria e attenta valutazione di tutti gli elementi in nostro possesso, e d’accordo con il giocatore e lo staff, di non prendere parte alla trasferta indiana. Il suo esordio dovrebbe avvenire nelle quali di Sidney, per poi esordire al main draw degli Australian Open. Non può non giocare gli Australian, è una prova dello Slam, non può mancare.
D: Oscar, il tuo rapporto con Riccardo Piatti?
R: E’ ottimo. Ho iniziato a collaborare con lui dall’Australian Open dell’anno scorso, e devo dire che mi trovo veramente bene. Sono in perfetta sintonia con le sue idee, con i suoi metodi, e la sua figura non può che permettermi di migliorare qualitativamente come allenatore.
D: Io personalmente avendo visto giocare Fabio diverse volte, ho sempre considerato il ligure, il nostro Ferrer italiano, come tipologia di gioco, come fisico, come mentalità………c'è la possibilità che ciò possa accadere?
R: Noi abbiamo grandi ambizioni su Fabio. Sappiamo che Fabio ha la possibilità di salire molto nel ranking atp, ha le qualità e le capacità per raggiungere traguardi importanti. Tu lo paragoni a Ferrer, magari questa cosa si realizzasse. Ora come ora il nostro target sono i primi trenta del mondo, poi da lì qualsiasi cosa può diventare realtà. Non ci poniamo limiti, siamo consapevoli delle difficoltà, ma siamo anche convinti che un lavoro scrupoloso alla fine paghi sempre. I sacrifici sono tanti, l’importante e credere in quello che facciamo.
D: La famiglia in un tennista così giovane, è una componente molto importante, secondo te, quanto è stato importante il ruolo che ha giocato suo padre Fulvio nel progetto <Fognini>?
R: Il ruolo di Fulvio Fognini è stato importantissimo, una buona parte di questo progetto è da ascrivere a lui. E poi avere vicino una persona con una carica incredibile non può che spronarti sempre a dare il meglio di te stesso. Anche se le cose non vanno bene, lui c’è sempre, è un punto di riferimento per Fabio. E anche la mamma di Fabio è stata importante, la famiglia è un'elemento essenziale nella crescita di un giovane giocatore.
D: L’ultima domanda che faccio a tutti i nostri coach, perché in Italia da più di trent’anni non abbiamo un top 10?
R: Per me è difficile rispondere a questa domanda. Non conosco ancora bene il mondo del tennis italiano. Io provengo dalla Spagna. Forse la metodologia, l’approccio, ma non è facile risponderti. Forse i giocatori italiani hanno avuto troppi aiuti, e questo paradossalmente li ha condizionati in senso negativo. Un giocatore di sedici anni, non può avere subito un contratto importante, prima deve dimostrare sul campo il suo valore, deve fare risultato. Ti ripeto, è difficile trovare un’unica causa, credo che sia un insieme di concause.
Ringraziando Oscar Serrano per la sua gentilezza e disponibilità, gli facciamo un grandissimo in bocca al lupo per la stagione 2009.
Antonello Zani - Tennisteen