Intervista a Massimo Sartori

Inserito il 16 dicembre 2007 19:02 da Rudolf Meraner in Angolo del Coach
Dopo aver intervisato Andreas Seppi e Karin Knapp, i due maggiori esponenti del T.C Caldaro, abbiamo fatto una lunga chiacchierata anche con il maestro Massimo Sartori, coach dell'alto-atesino e direttore del centro sportivo che ha sede in Alto-Adige.

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-Intervista a cura di Rudolf Meraner.


Innanzitutto come giudichi l’anno 2007 di Andreas?

È stato un bell’anno: ha giocato bene la parte finale della stagione, ha giocato gli ultimi tornei ottimamente. Il nostro obiettivo era di alzare il livello di gioco e fortunatamente ci siamo riusciti, dato che ha ampiamente raggiunto i top50. Ora Speriamo di aumentarlo ulteriormente nel 2008. La struttura è buona, Andreas è migliorato tecnicamente, adesso lavoriamo perché sia pronto per il 2008.

Facciamo i commenti alle tappe più importanti del 2007

Australian Open: un match contro Reynolds che non finiva più.
Il match contro Reynolds è stato un match strano, perché finito dopo le 3 di notte, e nonostante l'ora faceva un caldo incredibile. Però è stata una partita che Andreas ha giocato tranquillamente, anche se è dovuto entrare sul campo molto tardi e ha dovuto giocare fino a notte inoltrata. Di sicuro questo ci ha penalizzato nella partita seguente contro Mayer.

Poi i tornei indoor di febbraio, che non hanno portato i risultati attesi.
Siamo tornato dall’Austalia e purtroppo Andreas si è ammalato, ha preso una forte influenza, che gli ha impedito di giocare il challenger di Brgamo. Poi è uscito dall’influenza con calma, è stato fortunato a Marsiglia, dove Ancic si è ritirato al primo turno, ma non era ancora pronto a combattere contro Bjorkman. Poi ha fatto male a Rotterdam, Dubai e Zagabria. Questa è la sua superfice preferita, quindi doveva sicuramente fare meglio.

Poi la trasferta americana sul cemento, con il torneo di Sunrise dove è arrivato in finale.
A Sunrise ha battuto giocatori buoni: Del Potro, Massu. Però ha giocato bene dappertutto anche a Indian Wells e Miami: ha espresso un buon tennis, è stata tutto sommato una trasferta positiva.

Poi la Coppa Davis, dove purtroppo ha perso contro Sela.
Andreas ha perso una partita contro Sela quando vinceva 3-1 nel quinto set, però c'è da dire che l'israeliano quest'anno ha battuto in questa competizione anche Massu e Fernando Gonzalez, portando il suo team alla vittoria. Non è affatto facile batterlo in Coppa Davis, e si è poi confermato anche sul circuito atp, visto che è riuscito ad entrare nei primi 70. È un giocatore di alto livello, quindi si puo anche perdere con un avversario del genere in Coppa Davis a casa sua. In ogni modo Andreas ha avuto il coraggio di andare a giocare quella partita, ha perso, ma le sue responsabilità le ha prese. Ha avuto tutto la stampa contro, ma da questo lui è uscito forte, sopratutto come uomo. Ci ha messo un pochino, ma quando ne è uscito, lo ha fatto positivamente. Quindi io sono contento.

A Montecarlo Andreas ha giocato bene in qualificazioni, poi ha vinto contro Gabashvili e ha potuto giocare contro Federer. Come avete vissuto questi momenti?
Ritengo che il torneo di Montecarlo è stato un torneo buono, soprattutto per la vittoria contro Garcia-Lopez. Era l’unica partita che Andreas doveva vincere a tutti i costi: è stata la partita che ha gestito e giocato meglio. Poi ha avuto la fortuna di trovare al primo turno Gabashvili, un giocatore certamente alla sua portata. Per quanto rigurda il match con Federer, la cosa che io più ricordo, è  quando Federer alla fine del secondo set voleva chiudere la partita e ha alzato il livello, Andreas gli è andato dietro, ha tenuto lo stesso livello e lo ha portato al tie-break.

Poi è arrivato il Master Series di Roma, dove Andreas non ha ricevuto la wild card. Su questo cosa pensi?
A Roma ha perso in qualificazione contro Montanes e poi ad Amburgo ha perso in qualificazione contro Oscar Hernandez, due specialisti della terra rossa: con Montanes ha lottato, con Hernandez un po’ meno, quella partita non mi è piaciuta affato. In quei giorni c’era troppo confusione intorno ad Andreas, i mass media non hanno assorbito bene il fatto che non aveva avuto la wild card a Roma. Però secondo me non era un problema, perché Andreas era il 93 al mondo non si meritava la wild card, per cui era giustissimo non dargliela. Poi le scelte le fa la Federazione e noi le accettiamo.

Poi una delle tappe più brutte: Pörtschach.
Si, questo è vero: la partita con Dolgopolov non è stata bella. Andreas è arrivato con un po’ di confusione in testa ed è stata una partita in cui non ha neanche lottato. E io quello che ho visto maggiormente in Andreas quest’anno sono proprio la lotta e la gestione della partita, mentre questo a Poertschach non è avvenuto.

Poi purtroppo al Roland Garros gli è toccato Moya al primo turno.
I tornei del gran slam sono sempre un terno al lotto, cioè dipende molto dal sorteggio. Quella partita invece era importante per Andreas, perché l’avversario era forte. In quella partita ha reagito due volte molto bene: nel secondo set ha cercato di ribaltare la partita e nel quarto set e partito subito molto forte, ha fatto subito un break e ha giocato molto bene. In quel periodo lì aveva ancora degli alti e bassi, nella gestione della partita non era bravo come qualche mese dopo. Però se prendo quei due set, ha giocato ad alto livello contro un giocatore forte. Per cui in quel momento mi bastavano quei due set per andare avanti nella costruzione di Andreas.
Sull’erba Andreas ha giocato abbastanza bene, però i risultati non sono stati cosi buoni come nel 2006, dove era arrivato in semifinale a Nottingham.

Si, anche questo è vero. Però quest’anno il periodo sull’erba ci è servito molto, di più dell’anno prima: con esso abbiamo chiuso il cerchio, abbiamo finito le cose più importanti. Dopo le partite sull’erba abbiamo tirato le somme e da li siamo partiti per cercare di mettere in piedi la seconda parte della stagione. Però a Wimbledon secondo me ha giocato bene, mi è piaciuto: ha vinto una buonissima partita con Hrbaty, con il quale non è mai facile vincere, poi ha trovato Verdasco che gli ha messo una pressione incredibile.

Poi è arrivato il grande momento di Gstaad.
Andreas ha giocato un ottimo torneo, forse non si aspettava di giocare così bene. Però ha lottato, soprattutto con Koubek e con Andreev, contro i quali ha vinto al tie-break del terzo e decisivo set. Ha vinto perché stava tranquillo ed era consapevole di ciò che stava facendo. Era sereno, è andato sulla lotta e sulla gestione della partita, proprio quello che chiedevamo. Nella finale contro Mathieu era lui che faceva la partita, che conduceva gli scambi, alla fine Mathieu ha vinto perché è più esperto.

Poi Kitzbühel...
Ha giocato un buonissimo tennis, ha vinto la partita più difficile, quella con Fognini. Era teso, giocava male, ma era importante vincere e alla fine ci è riuscito. Mentre nella partita con Starace ha giocato ad un livello altissimo: sulla terra rossa non l’ho mai visto giocare cosi bene.

Nella tourneè americana invece Andreas non è riuscito a dare seguito a questi risultati.
La tournee americana e stata durissima. Ci mancava la tranquillità, eravamo troppo carichi dalle vittorie sulla terra rossa, quindi abbiamo fatto un po’ di confusione. È stata dura, ma ci ha insegnato molto anche quest’anno; siamo tornati tranquilli a casa, per poi giocarci la parte finale della stagione.

La parte finale erano soprattutto i tornei indoor di Metz, Vienna e Parigi.
La partita più bella che ho visto io, è stata quella contro Clement a Metz. Andreas ha giocato una partita meravigliosa, contro un giocatore che gli da fastidio perché gli prende tutto e corre da tutte le parti. Di sicuro le superfici di Metz, Vienna, Madrid, Parigi sono le superfici che piacciono di più ad Andreas, a lui piace giocare indoor, quindi questo lo favorisce. A Vienna ha giocato bene e ha battuto giocatori forti come Baghdatis e Ljubicic, e poi ha giocato la semifinale con Djokovic alla pari. Djokovic ha più esperienza e ha fatto i punti più importanti, ma il match è stato equilibrato, e Djokovic lo ha ribadito anche in conferenza stampa. Questo sfortunatamente ci ha impedito di prender parte al master series di Madrid, dove Andreas si meritava lo special exempt, che per poco non è riuscito ad avere. Però va bene cosi.

Cosa ti aspetti dal 2008? Quali sono gli obiettivi?
La mia idea per il 2008 è di rafforzare Andreas nell’allenamento su alcune cose, che lo riescano a far tenere la qualità con cui ha chiuso l’anno 2007, per poi successivamente migliorarla durante l’anno. La mia idea è che adesso ha una qualità da 50 al mondo e l'obiettivo è tenere queste qualità. per poi migliorare poi il suo ranking, lavorando sul servizio, sulla resistenza ecc.

C’è la possibilità di vedere una partenza lampo come nel 2006?
È imprevedibile. Partiamo il 27 dicembre per Doha: siamo in tabellone a Doha e poi a Sydney è fuori di uno, cioè dovrebbe entrare, per poi concludere con Melbourne. Non so se lui partirà forte, di sicuro noi lo prepariamo per arrivare in ottima forma a Melbourne. Questo è il programma, quindi i due tornei di Doha e Sydney servono come preparazione per gli Australian Open: questa almeno è la nostra idea. Comunque se partisse bene, ne saremo felici, ma non abbiamo grossa fretta, perché Andreas nella prima parte può giocare tranquillamente. L’importante è che esca da questo periodi di allenamento per preparare il 2008 con un servizio molto più forte, così che faccia più punti direttamente dal servizio.

Nel 2008 ci sono anche le olimpiadi. Come programmate queste?
Quest’anno le olimpiadi complicano parecchio il calendario. Sono in mezzo alla tournee americana, cioè dobbiamo andare in America per i Masters Series, andare a Pechino per le olimpiadi, per poi tornare in America per gli US Open. Per noi le olimpiadi sono la priorità principale, l’obiettivo è proprio quello di partecipare alle olimpiadi. Giocheremo Cincinnati e Toronto per poi giocare bene in China se saremo dentro, bisogna vedere se la classifica lo permette. Sicuramente le olimpiadi hanno un prestigio alto, sono l’emblema dello sport. Di solito un’atleta può arrivare una volta nella sua vita alle olimpiadi: per questo la voglia di parteciparvi è altissima.

Dove potrebbe essere Andreas a fine anno nella classifica?
Andreas ha chiuso l’anno 2005 a 68, l’anno scorso ha chiuso a 74, quest’anno chiuderà a 50. Con questo lui comunque ha dimostrato di essere un giocatore solido; sono pochi i giocatori, che chiudono ampiamente nei 100 tre anni di seguito, quando ci entrano le prima volte. Quindi parto dicendo che Andreas ha una struttura forte e che la classifica attuale che ha, corrisponde a quello che attualmente vale. Quindi noi lavoreremo per portarlo più in alto nella classifica, che può essere 30, 40, 20. Di sicuro l’obiettivo è di scendere verso i 30, per prepararlo per andare più avanti l’anno dopo. E poi inizieremo il lavoro per arrivare nei primi 10.

In queste settimane su che cosa state lavorando principalmente?

Lavoriamo sull’impugnatura del servizio e poi su prima e seconda di servizio in generale. Lavoriamo anche per migliorare le discese a rete e per tirare più forte costantemente, cioè di tenere per tutta la partita uno standard più alto. Ci stiamo allenando bene, le prospettive sono buone

Parliamo un po’ anche di Massimo Sartori. Tu come ti trovi qui a Caldaro con questo lavoro?

Noi qui a Caldaro siamo riusciti a incominciare un bellissimo lavoro; abbiamo una struttura ideale per lavorare ad altissimo livello. Abbiamo costruito allenatori che lavorano molto bene, e alla fine siamo riusciti a portare un giocatore ed una giocatrice nei primi 50 al mondo. Quindi io personalmente sono molto orgoglioso del lavoro svolto in questi 13 anni. Penso che tutte le persone che hanno lavorato con me, sono persone di qualità: Marco Boesso, Nicola Ceragioli, Lisa Sartori, Roland Meliss, sono tutte persone che ci hanno aiutato ad arrivare a questo livello. Penso che abbiamo dimostrato che lavorando in un certo modo si possa costruire un giocatore di tennis. Dove siamo arrivati adesso ci gratifica molto, tutta la struttura, partendo dal presidente. Spero che qualcuno prenda spunto dalla nostra avventura e che seguendo quello che abbiamo fatto noi riesca a produrre una situazione simile per portare altri giocatori a un livello di professionismo, ATP o WTA.

Grazie Massimo per la tua disponibilità e congratulazioni da parte di tutto Tennisteen.