Il senso della Storia

Inserito il 8 giugno 2009 11:35 da Redazione in Editoriali
Terminato il Roland Garros con la grande vittoria di Roger Federer, il nostro Roberto ci delizia con questo editoriale.


"La Storia non dà nascondigli.
La Storia non passa la mano"

(Francesco De Gregori)


"Grondante di sudore e lacrime, onusta di Fato,
si affaccia e passa la Storia"
(Filippo Turati)


Il popolo francese, si sa, possiede il senso della storia.

Non per niente è il popolo che ha avviato il secolo dei Lumi, il popolo che ha ridato dignità all'uomo, oppresso dalla superstizione, il popolo che per primo ha spezzato le catene dell'assolutismo, il popolo che 40 anni fa innescava il maggio parigino del '68, dando inizio al mondo in cui viviamo oggi.

E anche oggi, il popolo francese ha confermato di saper riconoscere i momenti storici. Quando Roger Federer è andato a servire per il match, tutti, nessuno escluso, hanno gridato allo svizzero il loro incoraggiamento. Sorprendente: in situazioni simili, da che mondo è mondo, il pubblico del tennis tifa per lo sfavorito, per l'underdog, per la partita, sperando che essa si prolunghi ancora.

Non oggi, non questa volta. Oggi, tutto il mondo del tennis si stringeva intorno a Roger Federer, gli era a fianco nella sua ricerca dell'Ultimo Alloro. Roger, il campione più amato. Perché?

Semplice. Perché Roger Federer è poesia in movimento.

Ogni suo gesto è una gioia per gli occhi.

Un servizio armonioso, fluttuante, imprevedibile, letale, impossibile da leggere. Ti aspetti uno slice, fai un passo verso destra... Ed ecco che ti fulmina con una traiettoria centrale, netta e precisa come un laser. Ti prepari per rispondere d'incontro, ed ecco che ti arriva un kick assassino, velenoso, che ti manda in braccio ad un giudice di linea...
Il movimento è sempre lo stesso, qualsiasi sia la soluzione che Roger ha in mente. Ma tutto si decide una frazione di secondo prima dell'impatto, grazie al diabolico gioco del polso, che all'ultimo istante, come una pallina in una roulette, determina la traiettoria, l'angolo, la rotazione, e con essa il destino del ribattitore.

Hai puntato sul rosso? Spiacente, sir, è uscito il nero. Ace. Game Federer.

Il rovescio, l'antico punto debole, negli anni è diventato una cornucopia di meraviglie. Può uscire qualsiasi traiettoria da quel grip eastern backhand, da quella presa che si insegnava una volta, fra un tè e un derby di galoppo. Traiettorie incrociate strettissime, grazie alla ferrea azione del polso. Passanti lungolinea in controbalzo, improvvise bordate in anticipo, quasi prove di rotazione.
Ma soprattutto, lui, la biscia, il rettile, il mamba nero più velenoso della storia del nostro sport: il più bello, il più temibile, il più insidioso rovescio slice che la storia ricordi. Un colpo dal rimbalzo bassissimo, in grado di sbilanciare e mandare fuori tempo i più temuti colpitori, costringendoli a massaggiarsi le caviglie.

Ed eccoci al Diritto, l'Apoteosi. Forse il più bel diritto della storia di questo sport. Grip che oscilla tra una eastern (sulle palle più basse) ad una semiwestern (quando c'è da picchiare dall'alto in basso), una catena cinetica possente e armoniosa, come gli ingranaggi della sala macchine del Titanic. E una spaventosa ricopertura di polso, ad imprimere alla palla rotazione, direzione, profondità, angolo, controllo assoluto.
Il Diritto di Roger Federer, nelle giornate di grazia, si presta ad un solo aggettivo. Inesorabile, come una mitragliatrice. Tonante, come un pezzo di artiglieria. Non esiste traiettoria che gli sia preclusa. Il colpo incrociato dall'angolo destro può tagliare il campo a fette comeun melone. Dall'angolo sinistro, poi, c'è solo l'imbarazzo della scelta: sarà uno sventaglio? Piazzerà il lunglinea anomalo? Si domandano, attonite, le vittime. Ma il pensiero ha appena attraversato il loro cervello che pam! la palla è già passata, imprendibile.

E il resto? Beh, prendete la voleè di rovescio di Stefan Edberg, mescolatela con il tocco di palla di John McEnroe, aggiungeteci i riflessi di Patrick Rafter. Se ancora non vi basta, legate il tutto con la determinazione e la ferrea volontà in allenamento di Ivan Lendl, a conferire continuità alle prestazioni, ed ecco a voi il risultato:

5 US Open
5 Wimbledon
3 Aus Open
1 Roland Garros

20 semifinali consecutive nei tornei dello Slam
237 settimane consecutive in testa alla classifica Atp
Più alta % di sempre di match vinti sul circuito (80,7%)

Grazie Roger. Sono felice di aver vissuto nella Tua Era.

Roberto Commentucci


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