Analisi Francia-Spagna
Inserito il 26 maggio 2008 13:57 da Redazione editoriale in Editoriali
Spagna e Francia spopolano nel circuito. E l'Italia? E' arrivato finalmente il nostro momento? un'attenta analisi del nostro editorialista Stefano Bolotta.Thomas Fabbiano, speranza Azzurra
L’Invincibile Armada perde qualche piccolo colpo. Forse in pochi se ne sono accorti, ma negli ultimi anni il tennis francese ha messo la freccia su quello spagnolo. Ormai dall’inizio dell’anno il movimento transalpino è leader nella classifica Atp, avendo superato per quantità i giocatori iberici.
Si dia un’occhiata all’ultimo aggiornamento del ranking, lunedì 28 aprile. La Francia annovera 14 tennisti nei primi 100, contro i 13 della Spagna. In ogni caso è uno straordinario risultato, per Nadal e connazionali, impreziosito da due “top ten” e da una classifica media migliore, con un coefficiente di 40 contro i 49,3 dei francesi. Tutto inappuntabile, però per capire l’andamento storico è necessario fare un salto indietro nel tempo.
La Francia cresce, mentre la Spagna non domina più come nel recente passato. Solo all’inizio dell’anno la posizione media era attestata al numero 34, anche se da allora è entrato nei primi cento l’emergente Granollers. Numeri che rimangono più o meno costanti dal 2003 a oggi, mentre a fine anni Novanta la Spagna era davvero la corazzata dominante, capace di scalzare gli Stati Uniti dal ruolo di nazione numero uno del tennis. A dicembre del 2001, tanto per fare un esempio, la Spagna annoverava 16 giocatori nei cento.
Una buona cartina tornasole è rappresentata dal numero di tornei vinti. E qui la Spagna è ancora davanti. Quest’anno sono già cinque, di cui tre nelle ultime due settimane, sulla terra battuta tradizionalmente amica. Lo scorso anno furono 13, quindi 10 l’anno prima, 12 nel 2005, 8 nel 2004 e 10 nel 2003. Dati che, però, sono “inquinati” per così dire dallo strapotere di Raf Nadal, capace di portarne a casa 6 o 7 a stagione, se non di più.
Nel 1998 furono 14, compreso il Master vinto da Alex Corretja. Ma allora, a differenza di adesso, c’erano Moya, Corretja, Berasateguei, Clavet, Mantilla e un giovanissimo Ferrero. Mancava il campionissimo – che oggi c’è – ma c’era un maggior numero di giocatori vincenti. Oggi la Spagna è quasi solo Nadal, cui si affianca un top ten come David Ferrer. Si difendono bene Tommy Robredo, ex top ten, e Nicolas Almagro sempre più in rampa di lancio. Dietro questi quattro c’è l’inossidabile Moya e lo stesso Juan Carlos Ferrero, capaci ancora di veleggiare nei primi venti del ranking ma senza il “killer istinct” di una volta. Poi, una fitta schiera di comprimari. Va detto che al lieve calo degli spagnoli ha contribuito anche la prepotente ascese dell’Argentina, che sulla terra battuta ha ottenuto grandi risultati nel nuovo millennio (a oggi conta 9 giocatori nei primi cento, ndr).
La Francia, abbiamo detto, sta crescendo. A inizio 2000, e poi sia nel 2003 che nel 2006, i top cento erano “solo” 9, con un piazzamento medio vicino alla 60esima posizione. Il movimento stava già crescendo, se consideriamo che a fine 1998 erano 7. Oggi sono 14: c’è Gasquet, campione che potrebbe decidere di diventare un campionissimo, ci sono Tsonga e Mathieu in odore di fare una “capatina” fra i primi dieci. E poi tanti buoni giocatori, forse complessivamente migliori degli spagnoli perché più duttili. Ne citiamo alcuni in ordine di classifica: Simon, Llodra, Mahut, Santoro, Grosjean, Monfils, Benneteau, Serra.
Negli ultimi anni anche il numero di tornei vinti è andato migliorando. Nel 1998, quando la Spagna dominava portando a casa 14 trofei, la Francia non ne alzava nemmeno uno. Erano gli anni bui, col Roland Garros un po’ in crisi, e la generazione dei Pioline e Boetsch al capolinea (che già avevano sostituito quella meravigliosa dei Leconte, Noah e Forget). Nel 2003 furono 2, uno in più nel 2005, 6 nel 2006, 7 lo scorso anno. In questa stagione, ne sono già arrivati due con il sorprendente (almeno in singolare) Micheal Llodra. Ma Gasquet, Tsonga e Mathieu scaldano le racchette…
Abbiamo voluto paragonare la Francia con la Spagna perché sono le due più forti nazioni europee, e perché si intravede un possibile cambio della guardia, anche se occorre chiarire che forse i tempi non sono ancora pienamente maturi. Le motivazioni alla base di questa crescita francese? Gli introiti milionari del Roland Garros, rilanciato alla grande all’inizio del Duemila, e il sapiente lavoro dei circoli privati che, allontanatisi dalle bizze dei vertici federali, hanno potuto lavorare in tranquillità con buone risorse economiche e tecniche. I migliori allenatori francesi hanno cresciuto i migliori virgulti. Un po’ quanto accaduto negli States prima, e in Spagna poi.
E noi italiani? Ci consola il fatto che sempre più giocatori nostrani sono anche frutto di lavoro di bravi e preparati tecnici. Chissà che presto, oltre ai nostri cinque moschettieri tra i primi 100, non si possano aggiungere i vari Arnaboldi, Marrai, Naso, Trevisan e Fabbiano.
Stefano Bolotta